Chiunque abbia frequentato il liceo si ricorderà del Simposio di Platone. Nel Simposio c’è un mito meraviglioso che vorrei fosse insegnato in tutte le scuole: il mito dell’androgino. Platone racconta che gli umani, una volta, erano divisi in tre sessi: maschi, femmine e androgini. E gli androgini erano sia maschi, sia femmine. Questi esseri avevano quattro gambe, quattro mani e due teste. Erano talmente potenti che gli Dèi si preoccuparono e li tagliarono in due. E allora gli androgini andavano alla ricerca della propria metà, i maschi cercavano la parte femminile e viceversa. I maschi che cercavano la parte maschile e le femmine che cercavano la parte femminile erano gli omosessuali. Platone cercava di dirci che l’amore è cercare di ricongiungersi con la propria parte perduta e che la natura umana prevede tutte queste tendenze sessuali. E allora mi domando: se un uomo 2500 anni fa è riuscito ad elaborare un pensiero così moderno, così profondo, cos’è successo in 2500 anni che ci ha fatto diventare così cretini?"
Il mito dell'androgino nel Simposio di Platone è davvero straordinario, una riflessione sull'amore che trascende il tempo e le convenzioni. Platone ci offre una visione dell'amore come ricerca della nostra metà perduta, un desiderio di completamento che è universale e inclusivo. È incredibile pensare che un pensiero così moderno e profondo sia nato 2500 anni fa.
La tua domanda è pungente e fa riflettere. Forse, nel corso dei secoli, abbiamo perso di vista la semplicità e la profondità di certi concetti, complicandoli con pregiudizi e divisioni. Platone ci ricorda che l'amore e la natura umana sono più vasti e complessi di quanto spesso vogliamo ammettere.
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