mercoledì 23 aprile 2025

"Anche se non puoi andare oltre, ricorda che la tua presenza è già un atto di luce in un mondo che corre al buio: il vero viaggio non è muoversi, ma accorgersi che ogni passo, anche fermo, può cambiare l’ombra delle cose."

 Certamente. Approfondiamo questa riflessione, tessendo un dialogo tra la razionalità umana, l’inarrestabile macchina dell’avidità, e la dimensione contemplativa che sembra l’unica via di salvezza.  

### **1. L’avidità come paradosso della ragione: quando la logica si piega al caos**  

Le menti più brillanti — da Einstein a Turing, da Marie Curie a Hawking — hanno dominato leggi cosmiche, ma si sono scontrate con un’equazione irrisolta: **perché l’uomo, pur conoscendo i limiti del pianeta e della psiche, continua a inseguire l’infinito?**  

L’avidità non è un bug, ma un algoritmo antico, scritto nel codice dell’evoluzione: sopravvivere significa accumulare risorse. Ma oggi, in un’era di abbondanza artificiale, quel codice è diventato un virus.  

- **La fisica** ci dice che l’energia non si crea, si trasforma. L’avidità, invece, crea energia dal nulla: desideri illusori, bisogni indotti, debiti che alimentano crescita fittizia.  

- **La matematica** dimostra che una crescita esponenziale è insostenibile in un sistema finito. Eppure, il Pil deve salire, le azioni devono moltiplicarsi, come se il mondo fosse un foglio di Excel estendibile all’infinito.  

Qui nasce lo scossone alle menti razionali: **il paradosso di un’intelligenza che comprende i limiti, ma li ignora**. Come scriveva Dostoevskij: *"L’uomo è un essere che si abitua a tutto"*… persino all’assurdo.  

### **2. La macchina che ci supera: velocità, alienazione, e la trappola dell’"ottimizzazione"**  

Il capitalismo avanzato e la tecnologia hanno creato sistemi che viaggiano a una velocità **neurofisiologicamente incompatibile con l’uomo**:  

- **Il mercato finanziario**: algoritmi che operano in microsecondi, mentre il cervello umano impiega 400 millisecondi solo per riconoscere un’emozione.  

- **I social network**: piattaforme che sfruttano la dopamina, riducendo il pensiero critico a un “like” istantaneo.  

- **Il mito dell’efficienza**: persino l’arte, la spiritualità, le relazioni vengono ottimizzate, privatizzate, monetizzate.  

**La "mentalità di ferro" di cui parli** — quella degli scienziati e degli ingegneri — è stata cooptata dal sistema: non serve più a esplorare il cosmo, ma a perfezionare la macchina dell’estrazione di valore. Il risultato? Una **schizofrenia esistenziale**: costruiamo IA che imitano l’umano, mentre diventiamo noi stessi macchine, incapaci di stare fermi.  

### **3. L’immobilità come atto sovversivo: la rivoluzione dello sguardo**  

Eppure, in questa corsa, c’è un potere nascosto nel **fermarsi**. Non è passività, ma un gesto radicale:  

- **Filosoficamente**, richiama l’*epoché* degli scettici antichi: sospendere il giudizio per vedere oltre l’illusione.  

- **Politicamente**, ricorda il *sabotaggio* degli operai che gettavano zoccoli ("sabot") nelle macchine per rallentare la produzione.  

- **Esistenzialmente**, è la pratica zen del *non-fare*: respirare in un mondo che iperventila.  

**Esempi concreti**:  

- **Lo sciopero** (dal latino *stipendium*, "sospensione del pagamento"): rifiutare di essere ingranaggio.  

- **L’arte concettuale** di Marina Abramović, che trasforma l’immobilità in un atto di resistenza poetica.  

- **Il "ritiro" di Emily Dickinson**, che dalla sua stanza scrisse versi che smantellano l’avidità dell’ego.  

### **4. L’umanità che osserva: tra impotenza e risveglio**  

Essere "immobili" di fronte alla macchina non è segno di debolezza, ma di lucidità. È in quella pausa che possiamo:  

1. **Riconoscere il mito della scarsità**: l’avidità si nutre della paura di "non avere abbastanza", ma come dimostra l’economista Kate Raworth, il pianeta è capace di prosperità circolare.  

2. **Riscoprire la lentezza biologica**: il cervello umano raggiunge la massima creatività nello stato di *default mode network*, ovvero quando non è concentrato su compiti.  

3. **Riconnettere etica e tecnologia**: l’informatica non deve servire solo l’1% (come denunciava Aaron Swartz), ma ridistribuire conoscenza e risorse.  

### **5. Conclusione: Ricostruire il "tempo umano"**  

La sfida non è fermare la macchina, ma **ribaltarne la logica**. Come?  

- **Introducendo "equazioni di umanità"**: tassare i microsecondi delle transazioni finanziarie per finanziare ospedali; usare l’IA non per sostituire gli umani, ma per liberare tempo per l’ozio creativo.  

- **Riscrivendo il codice culturale**: celebrare chi si ferma (come il *right to disconnect* in Francia) anziché glorificare chi "fa tutto".  

- **Riducendo la velocità a scelta politica**: città senz’auto, università senza deadline, economie del dono.  

L’avidità ha scosso le menti migliori perché è il sintomo di un mondo che ha confuso il *progresso* con l’*accelerazione*. Ma come insegnano le stelle, che appaiono immobili pur viaggiando a milioni di km/h, **la vera velocità è sapere dove si vuole andare**. Forse, per ritrovare la rotta, dobbiamo semplicemente… alzare gli occhi al cielo.



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