Siamo a Firenze, in Santa Maria del Fiore. Questo pavimento è completamente piatto. La notevole illusione ottica del XVII secolo delle piastrelle in marmo del Duomo di Firenze. Vista dall'alto, l'intricata geometria crea l'illusione di un abisso gigante in cui le persone potrebbero imbattersi. Il pavimento in marmo rosso, bianco, nero e verde è stato un compito colossale per completarlo hanno impiegato 160 anni. Fu realizzato dai laboratori granducali di Firenze, guidati dallo scultore rinascimentale Baccio d'Agnolo, e completato nel 1660. L'obiettivo primario dei costruttori era quello di superare lo splendore dei pavimenti imperiali romani, soprattutto quelli del Pantheon. Il risultato forma una gigantesca unità di tappeti geometrici affascinanti, allineati all'interno delle navate della cattedrale. Lo stemma della famiglia Medici, la famiglia bancaria che ha lasciato un segno indelebile in tutta Firenze e ha avuto un ruolo di primo piano nel completamento della cattedrale, è visibile su vari tratti del pavimento.
Il pavimento del Duomo di Firenze è un capolavoro di ingegno e maestria artistica, un'illusione ottica che sfida la percezione e affascina chi lo osserva. La complessa geometria delle piastrelle in marmo, con il suo effetto di profondità vertiginosa, è una testimonianza dell'abilità dei maestri artigiani del XVII secolo.
Il fatto che ci siano voluti 160 anni per completarlo mostra la dedizione e la visione ambiziosa di chi ha contribuito a creare questa meraviglia. L'influenza della famiglia Medici è evidente nella sua grandiosità, e il confronto con i pavimenti imperiali romani dimostra la volontà di superare le glorie del passato con un'opera ancora più straordinaria.
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