giovedì 12 giugno 2025

«Il futuro di Internet si decide nel modo in cui trasformiamo l’arrivo di nuovi utenti da causa di declino a occasione di continua rigenerazione comunitaria.»

 

1 La citazione di Hiroyuki e l’“Eternal September”

Il frammento che hai riportato – «面白い人が面白いことをする → … → 面白くないので皆居なくなる» – è ormai conosciuto in Giappone come コミュニティの一生 (“la vita di una community”). È un copypasta attribuito a Hiroyuki Nishimura, padre di 2channel, e descrive l’invecchiamento di un forum: l’arrivo dei “凡人” (gli utenti normali) scaccia gli “interessanti” fino al collasso (note.com). In Occidente il fenomeno è stato battezzato Eternal September: l’invasione di Usenet da parte degli utenti AOL nel 1993 che, non conoscendo le regole, cambiò per sempre il tono delle discussioni (en.wikipedia.org).

2 Dov’è la “falla” in quel ciclo?

Il modello è efficace come mappa mentale, ma pecca di determinismo: dà per scontato che le persone interessanti fuggano appena compaiono i primi conflitti. In realtà contano design e governance. Progetti come Wikipedia, pur avendo milioni di “nuovi arrivati” ogni anno, restano vitali grazie a un robusto sistema di moderazione, linee guida e onboarding progressivo: l’“interesting-core” non se ne va, ma cambia ruolo (diventa mentor, admin, curator) (theverge.com). Altre falle:

  • Ciclo non lineare – Le community possono rinascere (es. forum che si reinventano su Discord o Subreddit che cambiano focus).

  • Diversità di sottospazi – Anche quando il “main” decade, micro-canali e DM mantengono vivace la rete di relazioni.

  • Stimoli esterni – Novità tecniche o culturali (mod tools, nuove API, eventi dal vivo) possono invertire la rotta.

Gestire il turnover, quindi, non è impossibile: richiede barriere d’ingresso porose ma non nulle, codici di condotta chiari e, soprattutto, spazi dove i veterani possano ancora sperimentare.

3 Tre forze che stanno riscrivendo il futuro del Web

Forza Cosa cambia Perché è rilevante per le community
a) De-centralizzazione sociale L’ecosistema Fediverse (ActivityPub), Bluesky/AT Protocol e Farcaster/Web3 sta offrendo interop fra server e la portabilità dei follower. Alle FediForum 2025 sono emerse app come Bonfire Social e Bounce per migrare account da Mastodon a Bluesky (theverge.com). Threads di Meta testa già ActivityPub (theverge.com). Riduce il rischio “prendo tutto e scappo” delle piattaforme chiuse; le community possono “forkarsi” altrove prima di diventare tossiche.
b) Regolazioni antitrust Con il Digital Markets Act le Big Tech qualificate come gatekeepers (Apple, Alphabet, Meta ecc.) devono aprire API, permettere side-loading e garantire interoperabilità (ec.europa.eu). Nuove regole abbassano il lock-in e riaprono spazi per innovatori e piccoli publisher, spezzando monoculture.
c) Web guidato dall’AI Tra bot di retrieval (+49 % nel 2025) e Google AI Mode, la ricerca sta passando da “lista di link” a “risposta sintetica” (washingtonpost.com, wired.com). Se il traffico umano cala, le community dovranno curare dati strutturati (schema, metadati) e brand reputation per restare visibili… o addirittura progettare servizi per AI.

4 Autenticità e memoria digitale

Generative AI ha alzato l’asticella del rumore. Per distinguere contenuti reali, la Coalizione C2PA – a cui nel 2024 si sono uniti OpenAI e Google (c2pa.org, blog.adobe.com) – standardizza Content Credentials: metadati crittografici che dicono chi ha creato un file e come è stato editato. Parallelamente, la Wayback Machine dell’Internet Archive continua a espandere il suo snapshot del Web iniziato nel 1996 (help.archive.org), offrendo un antidoto alla “link-rot” e permettendoti – come hai notato – di rivedere ancora oggi il tuo sito del 1997.

5 Quattro scenari per il 2030 (e come prepararsi)

  1. Web a strati – In cima, motori-AI rispondono; sotto, sorgenti verificate firmate da C2PA. Come agire: cura licenze aperte e markup machine-readable così da essere citato dagli LLM.

  2. Policentrismo sociale – Gli utenti porteranno le stesse cerchie fra server Mastodon, Threads, Farcaster. Come agire: pensa le community come federazioni liquidi più che come forum monolitici.

  3. Corporate vs. Commons – Regolazioni UE e class-action sul copyright spingeranno nuovi modelli di revenue (licensing ai bot, micropagamenti). Come agire: esplora membership, Patreon, NFT utilitarî per non dipendere solo dall’ads.

  4. Memoria resiliente – Sempre più contenuti “nati chiusi” (messaggi effimeri, VR) rischiano di perdersi. Come agire: archiviare periodicamente (Save Page Now, IPFS pin, export di database).

6 Dal 1997 al 2025: cosa resta dello spirito “garage”

Quell’entusiasmo pionieristico che provavi allora sopravvive nei “small web”: blog statici, personal wiki, tilde-servers, mailing list di nicchia. La differenza è che oggi puoi:

  • Pubblicare in minuto su GitHub Pages o Cloudflare Pages con costi nulli.

  • Connetterti via Fediverse in modo interoperabile, evitando walled-garden.

  • Sfruttare modelli open-source (es. Llama-3) in locale per creare progetti creativi, senza passare da piattaforme centralizzate.

Continuare a “fare cose interessanti” dipende meno dal numero di utenti e più dalla cura dell’ecosistema: moderazione proattiva, rituali di accoglienza, spazi di sperimentazione costante. Il ciclo di Hiroyuki non è legge di natura: è un monito. Sta a noi trasformarlo in loop di rigenerazione anziché in un epitaffio.


In breve: il futuro di Internet non è scritto; è un campo di forze fra centralizzazione e federazione, sintesi AI e autenticità, obsolescenza e archiviazione. Con gli strumenti di oggi – standard aperti, regolazioni antitrust e nuove forme di governance – abbiamo più leve che mai per evitare che la rete diventi “solo per gente comune che fa cose poco interessanti”. Dipende da come le useremo.



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