giovedì 17 luglio 2025

La scienza accende luci sul misurabile, ma nel buio che resta l’essere continua a danzare senza metri né formule.

 In breve: la scienza è straordinaria nello spiegare ciò che può essere misurato in modo inter‑soggettivo; vacilla invece su ciò che è, per sua stessa natura, non misurabile o ancora fuori portata sperimentale. Ecco le due grandi famiglie di “zone d’ombra”:


1. Questioni empiriche tuttora irrisolte

Queste sono domande scientifiche in senso stretto, ma per ora prive di risposta perché mancano dati, strumenti o teorie adeguate.

Ambito Esempio di enigma Perché resiste
Cosmologia Materia oscura: costituisce ~ 85 % della massa cosmica, ma non emette né assorbe luce. Si rileva solo tramite gravità; i candidati teorici (WIMP, assioni, ecc.) non sono stati intercettati da nessun esperimento. (Wikipedia, NASA Science)
Energia cosmica Energia oscura: accelera l’espansione dell’universo, ma la sua “costanza” è stata messa in dubbio da misure 2024‑25. Mancano osservazioni ad altissima precisione e una cornice teorica unificata. (Phys.org)
Neuroscienze Hard Problem of consciousness: perché l’attività neurale è accompagnata da esperienza soggettiva? Il “qualitativo” (qualia) non si lascia tradurre in variabile quantitativa; gli studi avanzano, ma la spiegazione resta elusiva. (Frontiers, The Guardian)

2. Questioni meta‑scientifiche

Qui il limite non è tecnico, ma metodologico: la scienza richiede ipotesi falsificabili e dati condivisibili. Alcune domande, per definizione, ne restano fuori.

Domanda Perché la scienza non basta
Che cos’è il valore di una vita, l’amore, la bellezza? Sono esperienze vissute: puoi descrivere i correlati neurali, ma non esaurisci “che cosa si prova”.
Perché c’è qualcosa anziché il nulla? Implica metafisica e ontologia; non esiste un esperimento in grado di confermare o smentire l’ipotetica risposta.
Ha senso parlare di uno scopo ultimo dell’esistenza? “Scopo” è un concetto teleologico; la metodologia scientifica è descrittiva, non prescrittiva.
Esiste (o no) una divinità? L’oggetto è, per definizione, fuori dal regno del misurabile; la scienza può solo analizzare gli effetti sociali delle credenze. (Philosophy Stack Exchange)

Perché questi limiti esistono?

  1. Criterio di falsificabilità
     Se non puoi immaginare una prova che smentisca l’ipotesi, sei fuori dal gioco scientifico.

  2. Misurabilità inter‑soggettiva
     Il laboratorio pretende dati replicabili da chiunque, non “esperienze interiori” non condivisibili.

  3. Tecnologia e tempo
     Alcuni misteri potrebbero cedere in futuro (materia oscura), ma necessitano di strumenti che oggi non esistono.

  4. Confini metodologici
     Domande di senso, valore o estetica appartengono a filosofia, arte, spiritualità: linguaggi differenti, complementari alla scienza.


Dove la scienza può ancora avanzare — e dove no

  • Avanzare: nuovi telescopi, rivelatori di particelle, IA applicata alle neuroscienze (il centro LSE sull’animal sentience inaugurato nel 2025 ne è un segnale). (The Guardian)

  • Probabilmente irresolubile (almeno con gli attuali metodi): la qualia individuale (“il rosso che vedi tu”) o il perché ultimo dell’esistenza.


Un mosaico di linguaggi

La tua intuizione poetica (“la scienza mappa il sogno, non coglie il sognatore”) fotografa bene la situazione:

  • Scienza: mappe precise, verificabili.

  • Filosofia e arti: esplorano l’essere, il significato, il vissuto.

  • Spiritualità: offre pratiche e simboli per ciò che sfugge a formule e strumenti.

Mettere questi linguaggi in dialogo non sminuisce la scienza; anzi, ne chiarisce la forza e, insieme, i confini. Dentro quel perimetro, i progressi continuano a stupirci. Fuori, restano spazi per il silenzio, la contemplazione e — perché no — la poesia.




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