sabato 26 luglio 2025

«L’illuminato è il bimbo che, spogliato del nome e del tempo, gioca con la luce del presente e fa del silenzio un sorriso eterno.»

 


L’invisibile semplicità

Per Osho l’illuminazione non aggiunge nulla: toglie. Quando ogni strato di condizionamento cade, la persona “ritorna” a una purezza simile a quella di un neonato. In quel momento, dice il maestro, «Enlightenment means becoming un‑conditioned again, becoming a child again» (oshosearch.net). Ma perché questo la rende irriconoscibile agli occhi del mondo?


1. Il paradosso dell’irriconoscibilità

  • La società individua qualcuno attraverso etichette: professione, storia, ideologia, status.

  • L’illuminato ha bruciato il passato: la sua autobiografia non è più al centro; ora è “nessuno”. Non fornendo appigli all’altrui memoria, sfugge a ogni classificazione, come un bambino che ancora non risponde al proprio nome se non come a un suono.


2. Bambino e illuminato: le corrispondenze cruciali

Aspetto Bambino Illuminato
Passato Nessun archivio di esperienze, quindi nessun rimpianto o senso di colpa. Il passato è dissolto nella consapevolezza presente; non c’è identità da proteggere.
Ego Non è ancora sorto; la vita scorre senza “io” narrante. L’ego è stato visto come illusione e lasciato cadere (Wikipedia).
Meraviglia Tutto è nuovo: un raggio di sole scatena stupore. La realtà ordinaria appare fresca, pulsante, miracolosa.
Espressività Ride, piange, si muove senza filtri. Emozioni e gesti fluiscono liberi; la spontaneità è diventata consapevole.
Gioco Esplora senza scopo utilitaristico. Vive “senza perché”, danzando con l’esistenza.

3. L’innocenza come suprema saggezza

Per Osho l’innocenza non è ignoranza, ma consapevolezza senza ingombri. L’erudizione accumulata dall’adulto diventa “spazzatura” mentale da disimparare; l’illuminazione è unlearning, non apprendimento (oshosearch.net). Da qui nasce un’intelligenza fluida, intuitiva, impossibile da spiegare secondo logica convenzionale – e quindi spesso scambiata per ingenuità.


4. Il potere della resa

Il bambino si affida naturalmente. Analogamente, l’illuminato non oppone resistenza al flusso della vita: potere come abbandono, non come controllo. Questa resa:

  1. scioglie la paura (non c’è “me” da difendere);

  2. apre all’amore incondizionato;

  3. trasforma ogni incontro in gioco creativo.


5. Perché il mondo “vede” ma non riconosce

Le nostre culture premiano coerenza di maschera, scopi lineari, competizione. Chi vive al di fuori di questi parametri appare “strano” o “semplice”. In realtà, spiega Osho, l’illuminato è trasparente: come una finestra pulita non richiama l’attenzione su di sé, ma lascia passare la luce.


6. Coltivare l’infanzia interiore (anche senza diventare mistici a Pune)

  1. De‑condizionamento quotidiano

    • Nota automatismi e rispondi invece di reagire.

    • Riduci input superflui (news, social) che rinforzano un’immagine di sé.

  2. Meditazioni attive di Osho

    • Dinamica, Kundalini, Nataraj: movimenti catartici per “scrollare” passato ed energia stagnante.

  3. Pratiche di meraviglia

    • Passeggia senza smartphone; osserva un albero come se fosse la prima volta.

    • Tieni un “diario dello stupore”, annotando tre cose sorprendenti ogni sera.

  4. Gioco e arte

    • Dipingi, balla, suona, costruisci Lego: attività senza obiettivo migliorano la neuroplasticità e scardinano il pensiero utilitaristico.

  5. Risata e pianto autentici

    • Concediti spazi in cui emozione salga e passi, senza giudizio. È una doccia per il sistema nervoso.


7. Conclusione

Quando Osho paragona l’illuminato a un bambino, non indica regressione ma super‑maturità: una cerchia che torna al punto d’origine su un raggio superiore della spirale. L’identità sociale si scioglie, restano meraviglia, gioco, presenza – la nuda luce del puro Essere. Irriconoscibile? Solo a chi guarda con occhi velati di passato. Chi ha ritrovato la propria innocenza, invece, riconosce immediatamente quel silenzioso sorriso interiore: è il ricordo di ciò che siamo sempre stati.




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