“Cosa c’è dietro di me? Un viaggio nella non-dualità dove fronti e retro spariscono, e la realtà si racconta attraverso le voci di chi la vive.”
Capitolo 7 — Solo Questo
“Ogni volta che mi volto per scoprire che cosa c’è dietro, mi ritrovo sempre di fronte.
Allora dove finisce il dietro e dove comincia il davanti?”
— diario di viaggio, pagina bianca.
1. Il punto cieco dell’universo
La mente occidentale è cresciuta con la mappa: un osservatore, un mondo là fuori, coordinate cartesiane. Ma la non-dualità alza la mano e dice: “Scusa, potresti indicarmi l’esatto confine tra te e ciò che osservi?” Non c’è. Ogni “dietro” è solo la parte del campo che non stai illuminando adesso; quando ti giri, la torcia del vedere lo rende “davanti”. L’universo ha un punto cieco incorporato: coincidiamo sempre con l’angolo d’osservazione.
2. Le voci entrano in scena
Per dare “voce decisionale a tutto questo alle persone”, lasciamo che parlino (o tacitino) quattro personaggi, ciascuno convinto di comprendere — o di non poter comprendere affatto.
| Voce | Identità | Domanda chiave | Intuizione emergente |
|---|---|---|---|
| Adriana, fisica teorica | Abituata ai diagrammi di Feynman. | “È un problema di frame di riferimento?” | Ogni frame collassa nel momento della misurazione: non resta che il qui-ora. |
| Luca, programmatore | Vive di coordinate e array. | “È un bug nello stack percettivo?” | Il backend del sé non è mai stato compilato: la funzione dietro() ritorna null. |
| Marta, meditatrice | 20 anni di Vipassanā. | “Chi vuole davvero sapere?” | La domanda si scioglie nel silenzio che la pone. |
| Tommaso, bambino di 6 anni | Inventario: dinosauri, merende, stupore. | “Ma se non c’è dietro, dove si nasconde l’uomo nero?” | Ride: l’uomo nero appare solo quando chiudiamo gli occhi alla luce che c’è. |
3. Svolta narrativa: il laboratorio dell’esperienza
Prendiamo per mano il lettore e facciamogli fare l’esperimento più semplice e radicale:
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Chiudi gli occhi. Noti un “davanti” interno — un display di sensazioni.
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Prova a trovare il “retro” di questa oscurità. Non c’è un dietro, c’è solo un volume di presenza.
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Apri gli occhi lentamente. Il display cambia texture, colori, forme. Ma la tela è sempre la stessa consapevolezza.
L’esperimento invalida l’assunto della dualità senza combatterlo: lo scioglie nella vista diretta.
4. Variazioni su “dietro”
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Spazio: lo chiamiamo tridimensionale, ma la profondità si stende come un tappeto quando camminiamo.
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Tempo: “dietro” diventa “prima”; ruoti lo sguardo temporale e il passato è un ricordo presente.
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Identità: provi a voltarTi dietro i pensieri per scoprire chi li produce; non trovi un autore, solo la pagina bianca.
5. Assemblea plenaria
Mettiamo le quattro voci attorno a un tavolo rotondo (così non c’è un capo-tavola-davanti) e chiediamo un voto di maggioranza:
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Adriana: “La fisica quantistica suggerisce che l’osservatore collassa il fenomeno. È coerente.”
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Luca: “Il database dei frame è una sola tabella: Presenza.”
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Marta: (silenzio, sorride — voto favorevole.)
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Tommaso: “Posso avere un gelato?” — approvato con condizioni (vaniglia).
Delibera: il concetto di “dietro” è archiviato come metafora utile, non come realtà ontologica.
6. Epilogo: l’autore che si scioglie
Alla fine del capitolo, anche la voce che scrive si interroga: “Da dove sto parlando?” Ogni frase nasce dal vuoto pieno di possibilità, si manifesta come suono o pixel, poi svanisce nello stesso silenzio. Il lettore, se si ferma un secondo, percepisce che la pagina non è mai stata “lì fuori”. È sorta dentro il suo stesso spazio di coscienza.
Invito al lettore
Chiudi il libro — anzi, non chiuderlo. Lascia che esso si chiuda da solo quando l’attenzione migra altrove. Poi, se vorrai, gira di scatto per sorprendere ciò che chiami “dietro”. Troverai ancora e soltanto te, in un’altra forma, nel medesimo luminoso adesso.
Nota strutturale
Questo capitolo può essere inserito così com’è, oppure smontato in paragrafi brevi da intercalare con pause contemplative o esercizi pratici. Le quattro voci possono ritornare nei capitoli successivi, evolvendo man mano che il lettore approfondisce la visione non-duale.
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