domenica 27 luglio 2025

«Se per sfiorare le stelle bruciamo il respiro della Terra, rischiamo di atterrare in un futuro dove il cielo non esiste più.»

 


Il costo nascosto dell’esplorazione spaziale

Perché i lanci di razzi – soprattutto quelli a combustibile solido – stanno mettendo in crisi atmosfera, clima ed ecosistemi terrestri


1. Un fuoco che non ha bisogno d’aria

La polvere di termite e i propellenti solidi per razzi “respirano” l’ossigeno già legato nelle loro molecole. È lo stesso principio che permette allo Space Shuttle (e oggi al razzo SLS) di sprigionare istantaneamente 1 500 °C all’accensione dei booster, liberando allumina (Al₂O₃) e cloro gassoso a 40 km di quota. Queste sostanze arrivano dove l’aviazione non può: nella stratosfera, lo strato che contiene l’ozono. Lì, senza pioggia e con venti lenti, gli inquinanti restano per anni.(Nature)

2. Emissioni: molto più che CO₂

  • Cloro & acido cloridrico. Un singolo lancio con booster al perclorato di ammonio può emettere fino a 300 t di HCl, precursore di cloro reattivo che distrugge l’ozono.

  • Fuliggine nera (black carbon). Ogni chilogrammo che raggiunge la stratosfera ha un potere di riscaldamento fino a 500 × quello emesso al suolo. Le simulazioni NOAA‑NASA stimano 1 000 t anno⁻¹ di black‑carbon da razzi, con raddoppio ogni tre anni.(news.climate.columbia.edu, GISS)

  • Nanoparticelle di allumina. Il rientro di 3 600 oggetti spaziali nel triennio 2022‑24 ha prodotto ~30 kg di Al₂O₃ per satellite, abbastanza da ritardare la ricostituzione dell’ozono artico di oltre un decennio.(AGU Publications)

3. Il conto climatico

Un Falcon 9 turistico (4 passeggeri) libera ± 28 000 t CO₂‑eq; Starship, 76 000 t CO₂‑eq. Su scala globale l’impronta appare piccola (41,6 Gt CO₂ totali nel 2024), ma la differenza è dove finiscono i gas: in alta atmosfera, dove il loro forcing è molto più efficiente.(Carbon Market Watch, World Meteorological Organization)

4. L’effetto‑ozono: la minaccia che ritorna

Uno studio su Nature Climate & Atmosphere (giugno 2025) mostra che, se il trend di lanci raddoppiati ogni tre anni proseguirà, il recupero dell’ozono globale slitterà dal 2045 al 2080.(Nature)

5. Impatti locali: incendi, acidificazione e metalli pesanti

  • Boca Chica (Texas). Il test di Starship dell’aprile 2023 ha disperso cemento fuso e metalli incandescenti su 385 acri di zone umide protette, provocando un incendio di 3,5 acri e depositi di mercurio nei sedimenti costieri.(TPR, Popular Science)

  • Hawaii. L’approvazione FAA 2025 consente a SpaceX di fare cadere stadi di Starship in un’area 75 × più vasta, includendo il monumento marino Papahānaumokuākea: ecosistemi corallini e siti sacri sotto minaccia di detriti e onde d’urto.(The Guardian)

  • Percolato di ammonio. La sua produzione rilascia perclorato nelle falde, interferendo con la tiroide umana; residui acidi intorno alle rampe riducono il pH del suolo fino a 1,5 unità per giorni.(Amministrazione Federale dell'Aviazione)

6. Incendi sempre più frequenti: un feedback perverso

Nell’ultimo decennio i roghi giganti, alimentati dal riscaldamento globale, hanno a loro volta costretto le agenzie a lanciare più satelliti per il monitoraggio (es. ESA Biomass, Vega‑C, aprile 2025). Ma ogni nuovo satellite richiede un nuovo lancio, creando un ciclo che amplifica il problema che tenta di risolvere.(The Washington Post, Space)

7. Megacostellazioni e rientri incontrollati

Starlink, OneWeb, Kuiper e altre reti totalizzano già ~9 000 satelliti. Entro il 2030 potrebbero essere 80 000, generando tonnellate di particolato metallico al rientro, con incognite su nubi mesosferiche e meteorologia.(The Guardian)

8. Cosa stiamo facendo (e cosa dovremmo fare)

Misura Stato attuale Limiti / note
Razzi riutilizzabili (Falcon 9, New Glenn, Starship) In crescita Riduce rifiuti solidi, non elimina black‑carbon
Propellenti “green” (metano/LOX, idrogeno) Starship, BE‑4, Ariane 6‑MÉTHOX Soot ridotto, ma NOₓ e CO residui; metano fuggitivo in filiera
Monopropellente ADN e HAN per satelliti Dimostrato (ESA LMP‑103S, NASA GPIM) Spinta bassa, costi
Valutazione d’impatto stratosferico obbligatoria Solo USA‑FAA per lanci > 150 t Serve standard ONU‑ICAO analogo
Quote di “impronta stratosferica” (cap‑and‑trade) Proposte accademiche 2024 Nessun governo ha legiferato

9. Una governance planetaria per il cielo sopra i cieli

Gli esperti propongono di estendere il Protocollo di Montréal ai lanci spaziali e ai rientri, includendo:

  1. Tetto annuo di black‑carbon stratosferico.

  2. Phase‑out graduale dei booster al perclorato entro il 2035.

  3. Registro pubblico dell’inventario 3‑D delle emissioni (progetto UCL).(UCL Discovery)

  4. Fondi di compensazione ecologica per le comunità costiere e indigene colpite dai detriti (caso Hawaii).


Conclusione

Il sogno di “andare su Marte” non può trasformarsi nell’incubo di rendere invivibile la Terra. Ogni lancio è un compromesso tra progresso scientifico e salute planetaria: oggi l’ago della bilancia pende verso il profitto e la spettacolarità. Ricondurlo verso la sostenibilità richiede nuove leggi, propellenti più puliti, vera trasparenza sui dati e, soprattutto, la volontà di considerare l’atmosfera una risorsa finita, non l’ennesima discarica invisibile.



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