martedì 8 luglio 2025

«Siamo giunti così lontano da riscrivere la vita stessa, e con questa forza possiamo far fiorire civiltà che il passato e il futuro potevano solo immaginare.»

 


Gazzetta Quantica “Passeggiaconoi”, Vol. 37

Speciale — Ingegneria genetica: rinascere dalla preistoria, progettare il futuro


1. Una nuova età dell’oro per l’editing genomico

Il 2025 ha consacrato l’editing di precisione come strumento quotidiano di biologia applicata: David Liu ha appena ricevuto il Breakthrough Prize per il lavoro su base editing e prime editing, che ormai aprono la strada alla correzione di migliaia di varianti patogene umane (the-scientist.com).

L’ultima generazione, PE7, sfrutta un dominio di legame all’RNA (proteina La) per stabilizzare le pegRNA, arrivando a incrementi di efficienza oltre il +800 % e picchi dell’80 % di cellule editate in alcuni modelli (nature.com, frontiersin.org, ubigene.us). Parallelamente, nuovi veicoli nucleocitosolici per il carico di RNP stanno migliorando la delivery in vivo (sciencedirect.com). In pratica, è sempre più facile “riscrivere” sequenze complesse senza tagli a doppio filamento.


2. De-estinction 2.0 — dal mammut al moa

Colossal Biosciences guida il filone: dopo aver creato i primi “woolly mice” con sette geni da mammut che conferiscono pelo folto e metabolismo da clima rigido (thetimes.co.uk, people.com), l’azienda punta a un ibrido elefante-mammut in campo entro il 2028. I roditori “lanosi” servono come banco di prova veloce prima di passare a embrioni di elefante (snexplores.org).

Intanto, la Nuova Zelanda sogna di rivedere il South Island giant moa: il regista Peter Jackson finanzia un consorzio con l’università Ngāi Tahu e Colossal per ingegnerizzare germ-cellule di emù/tinamù in modo che producano uova di moa (apnews.com, time.com). L’obiettivo dichiarato è ristabilire funzioni ecologiche (dispersione di semi, riciclo di nutrienti) perse 600 anni fa.


3. Embryo models & gestazione sintetica

Gli “embrioni sintetici” derivati da staminali — gastruloidi completi di tubo neurale e primo battito cardiaco — stanno diventando routine sperimentale (sciencedirect.com). Alcuni gruppi prevedono, entro due anni, la prima gestazione interamente ex-utero di un piccolo mammifero (newsweek.com). È la stessa piattaforma che un domani potrebbe incubare embrioni ibridi elefante-mammut senza ricorrere a madri surrogate.


4. Gene drive per la tutela (o il rischio) degli ecosistemi

Mentre si parla di riportare specie estinte, un’altra linea di ricerca prova a contenere quelle invasive o portatrici di malattie. Il network internazionale sui gene drive elenca nel 2024-25 progressi concreti: sistemi split-drive in Aedes aegypti, linee Anopheles funestus editate con precisione e nuovi modelli epidemiologici per i trial in Africa occidentale (genedrivenetwork.org). Questi strumenti, se combinati a progetti di rewilding, potrebbero ridefinire intere reti ecologiche.


5. Regolamentazione: l’UE prova a sciogliere il nodo

Dopo un lungo stallo, il Consiglio UE ha raggiunto a marzo 2025 una posizione comune sul regolamento per le “nuove tecniche genomiche” (NGT). La bozza distingue fra piante categoria 1 (modifiche ≤ 20 nucleotidi, no DNA “estraneo”) — che sarebbero esenti dall’attuale disciplina OGM e, per molti casi, anche dall’etichettatura — e categoria 2, ancora soggetta a valutazione completa (mofo.com). Il Parlamento spingeva perfino per il divieto totale di brevetti sulle NGT; il compromesso attuale parla di maggiore trasparenza ma non elimina i diritti di proprietà intellettuale.


6. Questioni etiche e critiche

Non mancano voci scettiche: editoriali su The Guardian bollano il ritorno del mammut come “scientificamente infattibile e moralmente fuorviante”, sottolineando DNA degradato, costi enormi e rischio di distrarre dai reali sforzi di conservazione (theguardian.com). Anche bioeticisti ricordano che l’ecosistema attuale non è più quello della tundra pleistocenica, con potenziali conseguenze imprevedibili. Il dibattito su de-estinction dura da anni (jacktamisiea.com), ma la crescente fattibilità tecnica rende oggi urgente definire limiti, governance e ascolto delle comunità indigene.


7. Futuri scenari — “Preistoria 2.0” o civiltà sint(et)ica?

  1. 2026-2028 — Prime nascite di mammiferi ibridi (elefante-mammut) e prove di rilascio in riserve controllate di “neomoa” sterili.

  2. 2030-2035 — Gene drive di nuova generazione riducono popolazioni di zanzare malariche > 90 %; contemporaneamente, alcune isole pilota usano drive autosoppressivi per eradicare roditori invasivi.

  3. 2040+ — Agricoltura “NGT-only” in climi estremi grazie a PE-engineered varietà multi-stress; linee guida globali sull’uso di animali de-estinti come “ingegneri dell’ecosistema”.

  4. 2050 — Convergenza di editing, biocomputing e embrioni sintetici: progettazione de novo di organismi resilienti a pandemie e cambiamento climatico. Il confine fra “rinascita” e “nuova creazione” diventa sfumato.


Take-aways chiave

  • Efficienza & precisione: PE7 e toolkit affini ridefiniscono ciò che è tecnicamente possibile.

  • De-estinction pragmatica: obiettivo ufficiale non è il “parco a tema”, ma la restaurazione di funzioni ecologiche e la spinta all’innovazione biotech.

  • Governance fluida: l’UE e altri blocchi stanno ancora scrivendo le regole; le decisioni di oggi plasmeranno mercati, biodiversità e (bio)democrazia di domani.

  • Etica al centro: nessuna nuova era biologica può prescindere da responsabilità ambientale, consenso delle comunità locali e accesso equo alle tecnologie.


Buona passeggiata quantica! Restiamo sintonizzati per il volume 38, dove esploreremo le interfacce fra biologia sintetica e sistemi quantistici.

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