Il Silenzio come Sorgente: quando il Suono diventa Strumento e poi si scioglie
Viviamo in un mondo che raramente concede spazio al silenzio. Le città pulsano, i dispositivi vibrano, le voci si intrecciano senza tregua. Eppure, chi intraprende un cammino interiore scopre presto che il silenzio non è assenza, ma presenza: una sorgente che non chiede nulla e che dona tutto.
Il ruolo del suono sul cammino interiore
Se il silenzio è la meta, il suono è spesso il veicolo. La voce guidata di una meditazione, le parole di un maestro, la musica che ci accompagna in momenti di introspezione: tutti questi elementi hanno la funzione di aprire un varco verso l’interiorità.
Le parole sono come stampelle: essenziali quando non sappiamo ancora camminare da soli. Ci sorreggono, ci orientano, ci infondono coraggio. Ma arriva un momento in cui devono essere lasciate andare, perché il vero passo si compie nel silenzio.
Musica e quiete: un ponte invisibile
La musica ha un potere unico. Sa commuovere, scuotere, elevare. Ma il suo vero dono appare quando non trattiene l’ascoltatore, ma lo conduce oltre sé stessa. Una melodia autentica non riempie la mente: la svuota. Non nutre il pensiero, ma apre lo spazio che lo trascende.
Quando la musica si dissolve nella quiete, quando resta soltanto la vibrazione sottile della presenza, allora ha compiuto il suo compito.
Strumenti da usare, non da possedere
La verità non ha bisogno di parole, né di musiche. Tuttavia, rifiutare gli strumenti in anticipo sarebbe un errore: essi sono ponti, inviti, supporti preziosi.
Il segreto è abbracciarli senza dipendenza: lasciarsi guidare da essi finché servono, e lasciarli cadere quando diventano catene.
Tornare a casa
Ogni percorso spirituale, in fondo, non è che un ritorno. Il ritorno a uno spazio che non abbiamo mai davvero lasciato: la Presenza. Il silenzio non è il punto finale, ma il fondamento che da sempre ci sostiene.
Il suono, le parole, la musica: sono strumenti di orientamento. Ma la destinazione è un’altra. E quando finalmente ci riposiamo nel silenzio, comprendiamo che la casa non era da costruire: era già dentro di noi.
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