sabato 27 settembre 2025

La mente è un’onda che nasce e muore, la coscienza è l’oceano che sempre la contiene.



La mente come strumento, non come sede della coscienza

Spesso ripetiamo, quasi fosse un dogma: “La mente è la sede della nostra coscienza”. Una frase che suona familiare, rassicurante, ma che non è una verità universale. È piuttosto una convinzione culturale, un riflesso di come abbiamo imparato a concepire il rapporto tra pensiero e consapevolezza.

La filosofia e la spiritualità, invece, ci offrono una prospettiva radicalmente diversa: la mente non è la fonte della coscienza.


La mente come strumento

La mente è uno strumento raffinato, una lente che ci permette di interpretare e organizzare l’esperienza. È come un’onda nell’oceano: dinamica, mutevole, impermanente.

La coscienza, invece, è l’oceano stesso. Non nasce né muore, non si muove, non dipende dal pensiero. I pensieri emergono e svaniscono dentro di essa, proprio come nuvole che fluttuano in un cielo limpido.


Le tradizioni spirituali: oltre la mente

Molti mistici hanno messo in guardia dal confondere la mente con la coscienza.

  • Ramana Maharshi non invitava a migliorare o controllare la mente, ma a guardare oltre, chiedendosi: “Chi sono io?”

  • Le Upanishad ricordano che il Sé è “invisibile, oltre i sensi, oltre la mente”.

  • Il Buddha affermò: “La mente è il precursore di tutte le cose”, ma non per identificarla con la coscienza. Piuttosto, usò la mente come porta, come indicazione per trascendere la mente stessa.


La coscienza non ha confini

La coscienza non è seduta da nessuna parte: non si trova nel cervello, né nella mente. È senza forma, senza limiti, senza confini. È sempre presente, ovunque.

La mente si muove: genera pensieri, giudizi, memorie, desideri. La coscienza osserva tutto questo, immobile, silenziosa, testimone invisibile.


Un invito alla pratica

Se vuoi esplorare questo, non serve sforzo intellettuale. Non si tratta di capire con la mente, ma di osservare la mente stessa.

Siediti in silenzio. Guarda i pensieri sorgere e dissolversi. Nota: chi è che osserva? C’è una presenza che non si muove, mentre tutto scorre. Quella è la coscienza.


Conclusione

La mente è un dono prezioso, ma non è la radice della nostra consapevolezza. È un riflesso, non la fonte. Quando smettiamo di identificarci solo con i pensieri, si apre uno spazio più vasto: la coscienza senza confini, che non appartiene al tempo, né al luogo, ma semplicemente è.




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