giovedì 4 settembre 2025

“Quando i leader misurano il loro successo in miliardi di euro di affari anziché in milioni di vite dignitosamente nutrite e in pace, il potere diventa incriminante.”

La funzione incriminante del potere: perché i mega-affari oscurano pace e bisogni quotidiani

Inchiesta editoriale — di francesco

TL;DR

Il potere, quando non è bilanciato da trasparenza e responsabilità, tende a trasformarsi in una macchina per concludere mega-accordi (energia, difesa, big tech) che generano profitti miliardari, ma lasciano ai margini pace sociale e diritti basilari. I dati globali mostrano una corsa alla spesa militare, sussidi massicci ai combustibili fossili, aiuti allo sviluppo in calo e una fame cronica che non arretra. Non è destino: è architettura del potere. E si può riprogettare.


1) Il nocciolo: la “funzione incriminante” del potere

Non serve immaginare complotti: basta osservare incentivi e procedure. Quando i leader sono misurati sul numero e sul volume degli accordi chiusi (MOU, PPP, grandi commesse) anziché sugli esiti sociali (pace, riduzione della povertà, servizi essenziali), la bussola si sposta. La politica estera diventa diplomazia del deal, la politica industriale si concentra su filiere ad alta concentrazione del capitale, e la politica sociale resta residuale. È un bias strutturale: ciò che è più negoziabile tra élite è più facile da firmare; ciò che richiede processi lenti e inclusivi (scuola, sanità, mediazione dei conflitti, welfare locale) scivola in fondo all’agenda.

Effetti collaterali (ma prevedibili)

  • Spostamento di risorse verso la sicurezza dura (difesa, ordine) e verso settori con lobbying potente.

  • Diplomazia estrattiva: accesso a risorse e corridoi logistici prima dei diritti umani e dei servizi.

  • Erosione della fiducia: quando la vita quotidiana non migliora, cresce la polarizzazione.


2) Il quadro mondiale in numeri (da tenere d’occhio)

Box dati rapidi

  • Spesa militare globale 2024: oltre 2,7 trilioni di dollari; +9% in un anno; 2,5% del PIL mondiale.

  • Ricavi delle 100 maggiori aziende della difesa (2023): oltre 630 miliardi di dollari.

  • Persone in insicurezza alimentare acuta nel 2024: ~295 milioni.

  • Persone in povertà estrema: ~700 milioni (circa 8,5% della popolazione mondiale).

  • Aiuti allo sviluppo (ODA) 2024: in calo rispetto al 2023; flessione anche per l’aiuto umanitario.

  • Sussidi ai combustibili fossili: ~7 trilioni di dollari (stima globale 2022), con i paesi del G20 che spendono ~3× rispetto alle rinnovabili.

Questi ordini di grandezza dicono una cosa semplice: il portafoglio del mondo è allineato più ai bilanci dei grandi affari che alla prevenzione dei conflitti e alla protezione dei vulnerabili.


3) Come si costruisce (e si replica) il bias del potere

a) Porta girevole & lobbying iper-specializzato
La concentrazione di competenze tecniche in pochi attori (aziende, studi legali, think tank) crea un vantaggio cognitivo nelle negoziazioni. Il decisore politico appalta pezzi di agenda e di testo normativo a chi ha più risorse.

b) Sicurizzazione dell’agenda
Crisi simultanee (geopolitica, cyber, materie prime) spingono a soluzioni “dure e veloci”: più spesa militare, più controllo, meno deliberazione pubblica. È razionale nel breve periodo, ma spiazza investimenti in pace positiva: diplomazia preventiva, mediazione, giustizia sociale.

c) Cattura fossile
I sussidi energetici e le garanzie pubbliche blindano lock-in infrastrutturali per decenni. Ogni nuovo impianto carbonico o petrolifero chiede ammortamenti lunghi — che frenano la transizione.

d) Architettura fiscale permissiva
Regole globali sul minimo fiscale (15%) avanzano, ma in modo diseguale. Finché la concorrenza tra giurisdizioni resta alta, le grandi imprese spostano utili e l’imposta effettiva rimane bassa proprio laddove si fanno i mega-investimenti.

e) La metrica sbagliata
Misuriamo performance con input e volumi (capex, commesse, MOU firmati), non con outcome sociali (riduzione della fame, accesso a servizi, emissioni evitate, pace misurabile).


4) Le conseguenze visibili (che ormai conosciamo bene)

  • Fame cronica nonostante abbondanza: aumentano i flussi di capitale, ma la sicurezza alimentare vacilla.

  • Povertà che ristagna: la riduzione della povertà estrema è quasi ferma; i progressi post-2000 si sono assottigliati.

  • Disuguaglianza patrimoniale estrema: è esplosa durante e dopo la pandemia; il potere contrattuale di pochi attori condiziona mercati e narrative.

  • Spazio fiscale compresso: quando difesa, sussidi e salvataggi assorbono il grosso, welfare e cooperazione restano fra gli “aggregati variabili”.


5) Sei leve per riprogettare il potere (senza moralismi inutili)

1. Regola 50/50 sul bilancio
Per ogni euro aggiuntivo in spesa “dura” (difesa, grandi incentivi industriali), un euro vincolato a pace sociale: sanità territoriale, scuola, edilizia popolare, sicurezza alimentare, adattamento climatico.

2. Stop ai sussidi fossili con timeline certa
Fissare una data-legge per l’eliminazione completa dei sussidi dannosi; riallocare in rinnovabili, efficienza, trasporto pubblico. La neutralità non basta: servono beni pubblici misurabili (kWh puliti, case isolate, autobus in più).

3. Trasparenza radicale

  • Registro pubblico degli incontri e dei contributi tecnici ai testi normativi.

  • Cooling-off period minimo 5 anni per chi passa tra governo e settori regolati.

  • Tracciabilità digitale dei beneficiari ultimi di commesse e PPP.

4. Minimum tax: attuazione piena e uso vincolato del gettito
Applicare davvero il 15% minimo effettivo per i gruppi multinazionali, destinando il gettito aggiuntivo a fondi per povertà, salute e clima. Il design conta: niente scappatoie che svuotino la riforma.

5. Bilanci della pace e della prevenzione
Stanziare in modo pluriennale (e protetto) risorse per mediazione dei conflitti, missioni civili, reti alimentari locali, corridoi umanitari, educazione alla nonviolenza.

6. Nuove metriche ex-ante
Per ogni mega-affare pubblico: valutazione d’impatto su disuguaglianza, CO₂, sicurezza alimentare e occupazione locale, con soglie-minimo per l’approvazione.


6) Cosa può fare chi legge (oggi, non domani)

  • Segui i soldi: bilanci, allegati tecnici, audit indipendenti, open data.

  • Fai domande “killer” ai decisori:

    1. Qual è l’impatto su fame/povertà entro 24 mesi?

    2. Quanto spazio fiscale sottrae a sanità/scuola?

    3. Esiste un piano di uscita dai fossili legato all’accordo?

    4. Chi sono i beneficiari ultimi?

    5. Come misurerete pace e coesione sociale dopo la firma?

  • Pretendi condizionalità sociali su appalti e incentivi: salari minimi, formazione, filiere corte, standard ambientali seri.


7) Conclusione

La tesi è semplice: non c’è benessere senza pace, e non c’è pace senza giustizia economica. La funzione incriminante del potere nasce quando premiamo i leader per il rumore dei grandi annunci, non per il silenzio dei bisogni soddisfatti. Ripensare incentivi, sussidi e metriche non è utopia: è manutenzione democratica.

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Fonti principali citate nei dati dell’articolo

  • Spesa militare mondiale 2024 (2.718 mld $, 2,5% del PIL; +9,4% a/a): SIPRI, Trends in World Military Expenditure 2024 (scheda + PDF). SIPRI+1

  • Ricavi Top 100 aziende della difesa (632 mld $ nel 2023): SIPRI, Top 100 arms-producing companies 2023. SIPRI

  • Insicurezza alimentare acuta (≈295 mln di persone nel 2024): WFP/GRFC 2025. Programma Alimentare Mondiale

  • Povertà estrema (~700 mln; 8,5%): World Bank, Poverty, Prosperity, and Planet 2024. Banca Mondiale

  • Aiuti allo sviluppo 2024 in calo (ODA 212,1 mld $, -; tagli umanitari): OECD (nota stampa + documento tecnico). OECDone.oecd.org

  • Sussidi ai combustibili fossili (≈7.000 mld $ nel 2022): IMF, pagina tema + working paper. IMF+1

  • G20 spende ~3× sui fossili rispetto alle rinnovabili: IISD (set 2024). iisd.org

  • Disuguaglianza: i 5 più ricchi hanno raddoppiato la ricchezza dal 2020; ricchezza dei miliardari +2.000 mld $ nel 2024: Oxfam. Oxfam GBOxfam America

  • Minimum tax globale (15%): OECD (Pillar Two) + tracker implementazione. OECDPwC

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