martedì 7 ottobre 2025

“Tutte le religioni sono finestre diverse sulla stessa luce: chi guarda con amore non vede confini, ma l’infinito riflesso nel cuore.”



Qual è la religione giusta? Tutti puntano alla stessa luna

C’è una domanda che attraversa i secoli come un’eco nell’anima dell’umanità: qual è la religione giusta?
Una domanda che nasce dal bisogno di orientarsi, di trovare senso, di appartenere.
Eppure, forse, questa stessa domanda è già un passo fuori dal sentiero.

Perché la verità — quella vera, silenziosa, indomabile — non ha un nome inciso su una pietra né un tempio che la contenga.
Come la luna nel cielo, ognuno la guarda da un angolo diverso, ma è sempre la stessa luce che illumina le notti di tutti.


Il cielo non ha padroni

Le religioni sono mappe, non il territorio.
Sono lingue con cui l’uomo cerca di dire l’indicibile, di dare forma a ciò che è infinito.
Ma confondere la mappa con il viaggio, la parola con il silenzio, significa perdersi nella superficie.

Nessuno possiede il cielo.”
Eppure quante volte abbiamo visto la fede trasformarsi in bandiera, il sacro diventare confine, l’amore in dogma.
Come se Dio potesse essere rinchiuso in una formula, o la Verità potesse firmare un contratto esclusivo con una sola chiesa.

Il paradosso è che ogni tradizione, nel suo nucleo più puro, dice la stessa cosa: non attaccarti al dito, guarda la luna.


Molti colori, un solo fiume

Le vie spirituali dell’uomo sono come fiumi che scorrono da montagne diverse, attraversano terre e culture, ma finiscono nello stesso mare: il mare del Mistero.
Cristianesimo, Islam, Buddhismo, Induismo, Taoismo… ognuno offre un linguaggio, un ritmo, un simbolo, un canto.
Ma sotto la superficie delle parole, si percepisce la stessa melodia: la chiamata al risveglio, al superamento dell’ego, al ritorno all’Uno.

“Il fiume si veste di molti colori, ma scorre verso un unico mare.”
Le acque non litigano per la sorgente, si incontrano nella foce.


I saggi bevono da ogni pozzo

C’è un filo invisibile che unisce i grandi maestri: non hanno mai parlato di possesso, ma di comunione.
Gesù, Buddha, Rumi, Lao Tzu, Francesco d’Assisi, Eckhart, Tagore, Teresa d’Avila…
Tutti, a modo loro, hanno invitato a cercare la verità non fuori, ma dentro.
Non nel nome, ma nel gesto.
Non nel rito, ma nel respiro.

“I saggi bevono da ogni pozzo” — perché riconoscono che l’acqua è sempre la stessa, anche se cambia il recipiente.
Il cuore sa ciò che la dottrina non può dire.


Il silenzio è più antico delle Scritture

Prima della parola c’era il silenzio.
Prima delle regole, c’era l’esperienza diretta del Divino.
Le Scritture, i Veda, la Bibbia, il Corano, il Tao Te Ching: tutti sono tentativi poetici di tradurre l’infinito nel linguaggio umano.
Ma ogni parola, per quanto sacra, è un’ombra proiettata dal Mistero.

Per questo il silenzio rimane il maestro più antico, quello che non ha bisogno di libri né di intermediari.
Nel silenzio si ascolta la voce che non parla, si riconosce l’essere che non ha nome.
E in quel vuoto pieno si comprende che la fede non è credere in qualcosa, ma saper ascoltare tutto.


L’amore è l’unica legge

Se tutte le religioni si riducessero a un solo comandamento, sarebbe questo: Ama.
Ama senza misura, senza appartenenza, senza giudizio.
Ama come fa il sole, che non chiede a chi illuminare.
Ama come fa la terra, che nutre anche il seme del nemico.

L’amore è l’unica legge.
Non perché lo dica una dottrina, ma perché è la forza stessa che tiene unito l’universo.
Tutto il resto — i simboli, i testi, i riti — sono solo modi diversi per ricordarcelo.


Conclusione: il ritorno all’essenza

Forse la religione giusta non è una religione, ma un cammino di consapevolezza.
Un pellegrinaggio interiore che attraversa le fedi senza fermarsi, che abbraccia ogni differenza come un colore della stessa luce.
Chi cerca Dio fuori, trova solo muri; chi lo cerca dentro, trova porte.

Alla fine, la risposta alla domanda “qual è la religione giusta?” è semplice e disarmante:
quella che ti insegna ad amare di più, a giudicare di meno, e a riconoscere il sacro in ogni cosa.


Post Scriptum

Forse il giorno in cui l’uomo smetterà di chiedersi quale sia la religione giusta, sarà anche il giorno in cui la troverà — nel battito del proprio cuore, che da sempre ripete il mantra universale:
“Io sono parte del Tutto, e il Tutto è in me.”




Nessun commento:

Posta un commento

Mediaset non è stata solo televisione, ma una leva di potere capace di trasformare la visibilità in fiducia, le aziende in marchi e il lavoro invisibile dietro le quinte in un’influenza che ha segnato un’epoca.

  Mediaset: il grande potere televisivo che ha plasmato l’immaginario collettivo e il mercato Per decenni Mediaset non è stata soltanto una ...