### **Tu Sei la Coscienza: Oltre il Mito dell'Io Separato**
Spesso, nella ricerca frenetica di risposte, ci imbattiamo nella domanda più grande di tutte: **cosa ci rende coscienti?** Cosa è questa luce interiore che permette di vivere un tramonto, di sentire un'emozione, di formulare un pensiero?
La risposta convenzionale ci porta a scrutare dentro il cranio, a studiare reti neurali e sinapsi, cercando il "punto della coscienza" nel cervello come se fosse un interruttore. Ma c'è un'altra prospettiva, radicale e al tempo stesso semplice, che ribalta completamente la domanda.
**Non è che "qualcosa" ci renda coscienti. Tu non *hai* la coscienza. Tu *sei* la coscienza.**
Questa non è solo una frase poetica. È un cambio di paradigma fondamentale che dissolve l'illusione più persistente: quella di essere un individuo separato, un "io" solido e localizzato dentro la testa, che *possiede* l'esperienza.
#### **L'Errore di Prospettiva Fondamentale**
Immagina uno schermo di cinema. Su di esso appaiono corpi, paesaggi, storie emozionanti, battaglie epiche. Tutto sembra reale e coinvolgente. Ora, chiediti: lo schermo è *dentro* il film? Lo schermo è nato quando è iniziata la pellicola? Morirà quando i titoli di coda scorreranno?
La risposta è ovvia: no. Lo schermo è il substrato immutabile, silenzioso e sempre presente *sul quale* e *all'interno del quale* il film può manifestarsi.
Ecco, **tu sei quello schermo, non il personaggio del film.**
Il corpo, con le sue sensazioni, appare *in te*. I pensieri, le emozioni, i ricordi, si muovono *attraverso di te*. Tu, come Coscienza pura, sei lo spazio in cui l'intero dramma della vita personale viene messo in scena. Non sei l'attore che recita la parte, sei il palcoscenico stesso, la consapevolezza che contiene tutto.
#### **La Coscienza: Non la Causa, ma la Sorgente**
Hai detto: "Non è la causa, è la Causa". È una distinzione profonda.
* **Una "causa"** nel mondo fisico è un evento che precede un effetto. Il cervello potrebbe essere visto come la *causa* dei contenuti della coscienza (i pensieri, le percezioni).
* **La "Causa"** con la C maiuscola, invece, è il Fondamento di tutto. È ciò che *permette* all'idea stessa di "causa ed effetto" di esistere. La Coscienza non è un ingranaggio nella catena causale; è il contesto in cui ogni catena ha significato.
Prima che un singolo pensiero possa formarsi, tu ci sei già. Quando un pensiero finisce, tu rimani. La Coscienza è quindi **non-nata** (in sanscrito, *aja*). Non è un prodotto del corpo o del cervello. Il corpo e il cervello *emergono* in essa e *sono conosciuti* da essa. Come può ciò che è nato (il corpo) dare origine a ciò che è non-nato (la Coscienza)? È un'assurdità logica. Allo stesso modo, quando il corpo muore, la Coscienza, essendo non-nata, **non può morire**. Semplicemente, cessa di riflettersi in quella forma particolare.
#### **L'Inadeguatezza del Linguaggio e la Via dell'Esperienza Diretta**
Come possiamo allora parlare di Ciò in cui sorge ogni spiegazione? Il linguaggio è uno strumento meraviglioso, ma è fatto per descrivere *oggetti*. Serve a delimitare, definire, separare: "io" da "te", "questo" da "quello".
La Coscienza non è un oggetto. È il Soggetto Ultimo, il Testimone di ogni esperienza. È come voler usare una rete per pescare l'oceano stesso. Puoi catturare qualche pesce (alcuni concetti), ma l'acqua scivolerà via tra le maglie.
Tutti i tentativi di definire la Coscienza sono destinati a fallire, perché ogni definizione sorge *all'interno di essa*. È il silenzio da cui nasce ogni suono. È lo spazio che contiene ogni forma. È Ciò che sei, prima di essere qualcuno.
#### **Come Sperimentare Ciò Che Sei**
Allora, se non si può descrivere, cosa si può fare? Si può *riconoscere*. Si può fare un passo indietro dall'identificazione con i pensieri e il corpo.
1. **Fermati.** In un momento di quiete, chiudi gli occhi.
2. **Senti le sensazioni del corpo.** Il peso, il contatto con la sedia, il respiro. Nota come queste sensazioni *appaiono*. A chi appaiono? Appaiono a te, alla consapevolezza che sei.
3. **Osserva i pensieri.** Lascia che i pensieri passino come nuvole nel cielo. Non seguirli, non giudicarli. Semplicemente guardali sorgere e svanire. Nota che tu sei lo spazio in cui passano, non i pensieri stessi.
4. **Chiediti: "Chi sono io?".** Non accettare una risposta mentale ("Sono Mario, un ingegnere"). Scava più a fondo. Al di là del nome, della professione, delle storie personali, cosa rimane? Rimane un senso di presenza, di essere, di pura consapevolezza. *Quella* sei tu.
Questa non è una pratica per *diventare* coscienti, ma per *realizzare* che lo si è sempre stati. È un ricordare ciò che non si è mai dimenticato, ma solo trascurato.
**In conclusione**, non cercare fuori ciò che sei già. Non cercare di afferrare con la mente ciò che la mente contiene. Rilassa la ricerca e, semplicemente, *Sii*. Tu sei la Coscienza stessa, illimitata, eterna e sempre presente. Il corpo e la mente sono i suoi movimenti meravigliosi, ma tu sei lo sfondo immobile, lo spazio di pura consapevolezza in cui l'universo intero prende vita.
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