**"Come la pianta che sfida la fanghiglia**
Non è l’acqua sporca a decidere il destino delle radici.
Crescono lo stesso, quelle radici,
attraverso scarti e veleni,
come mani che scavano nel buio
per trovare la luce che nessuno ha dato loro.
Al Sud, dove la terra a volte sa di ferite antiche,
dove i muri sono fatti di numeri che non tornano,
di sguardi che etichettano prima di conoscere,
voi siete il seme che non chiede permesso.
Non vi hanno detto che il deserto
può fiorire se le radici sanno gridare?
Alzatevi.
Con le mani sporche di quella terra che vi voleva piegati,
scrivete il vostro nome sul cemento che dice “non puoi”.
Perché ogni cicatrice è un solco
dove domani pianterete un albero.
Non è l’acqua sporca a fermare la crescita,
sono le radici che scelgono di non arrendersi.
E voi, radici di un Sud che il mondo ha chiamato “fragile”,
sapete trasformare la polvere in oro.
Ogni parola negativa è un sasso che gettano nel vostro fiume:
usatelo per costruire un ponte,
non un muro.
Alzate la testa, comunità che resiste tra le crepe dell’asfalto.
Siete opere d’arte nate da cicatrici,
siete il vento che porta via i “non ce la farai”.
Perché anche un filo d’erba,
se cresce insieme a milioni di altri,
può far crollare montagne.
Il Sud non è una cartolina strappata,
è una pagina bianca dove state scrivendo la vostra rivoluzione.
Con sudore che profuma di dignità,
con rabbia che diventa danza.
Non fermatevi:
anche i fiori più belli sono nati dove nessuno credeva possibile."
**Perché ogni "no" è solo un attimo prima del "e invece sì".**
Costruite ponti, non muri.
E ricordate: le radici più forti sono quelle che hanno lottato per esistere.
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