La questione sollevata evidenzia le complesse dinamiche della "cancel culture" e come queste influiscano diversamente sulle figure pubbliche, come Russell Brand e Woody Allen. Per analizzare il fenomeno, è utile considerare diversi fattori interconnessi:
### 1. **Contesto temporale e evoluzione socio-culturale**
- **Woody Allen**: Le accuse contro di lui (in particolare quelle legate alla relazione con Soon-Yi Previn e alle accuse di abuso da parte di Dylan Farrow) risalgono agli anni '90 e 2000, un periodo precedente al movimento #MeToo. A quel tempo, il dibattito pubblico su abusi e potere era meno strutturato, e l'industria cinematografica tendeva a separare l'artista dalle sue azioni private.
- **Russell Brand**: Le accuse recenti (2023) emergono in un contesto post-#MeToo, dove esiste maggiore sensibilità verso le denunce e una pressione sociale più forte per accountability immediata. L'industria dei media digitali e delle piattaforme online (dove Brand è attivo) reagisce rapidamente, spesso sospendendo collaborazioni per evitare danni reputazionali.
### 2. **Differenze geografiche e culturali**
- **Hollywood vs. Europa**: Hollywood, influenzata dalle pressioni sociali e dal rischio di boicottaggi, ha preso le distanze da Allen, relegandolo a produzioni europee. In Francia e in altri Paesi, il concetto di "autore" nel cinema è spesso visto come indipendente dalla vita privata del regista, il che spiega perché Allen continui a lavorare (es. *Coup de chance*, 2023).
- **Russell Brand**: La sua base di pubblico è anglofona e legata a piattaforme come YouTube e social media, soggette a regole più stringenti su contenuti controversi. La "cancellazione" in questo caso è più visibile perché colpisce direttamente i canali di distribuzione.
### 3. **Natura delle accuse e percezione pubblica**
- **Woody Allen**: Nonostante decenni di polemiche, non ci sono state condanne penali. Ciò ha permesso a una parte del pubblico e della critica di difenderlo in nome della "presunzione di innocenza", anche se altri lo ritengono un simbolo di impunità del potere.
- **Russell Brand**: Le accuse (ancora da confermare legalmente) sono state amplificate dai media e dai social network, dove il processo pubblico prevale su quello giudiziario. La sua immagine di "ribelle" lo rende anche un bersaglio più facile per critiche polarizzanti.
### 4. **Strategie di adattamento e potere istituzionale**
- **Allen** ha una carriera consolidata e una reputazione da "genio cinematografico", che gli permette di trovare finanziamenti in circuiti alternativi (es. Europa). Il suo pubblico, più di nicchia, è disposto a dissociare l'arte dalla persona.
- **Brand**, la cui carriera si basa su una figura pubblica iper-esposta e controversa, dipende da partnership commerciali e algoritmi delle piattaforme, meno tolleranti verso rischi reputazionali.
### 5. **Psicologia sociale e dissonanza cognitiva**
- Il pubblico tende a normalizzare figure come Allen attraverso un meccanismo di **abitudine** ("le accuse non sono nuove"), mentre reazioni più drastiche verso Brand riflettono una **soglia di tolleranza ridotta** per i nuovi scandali.
- La **comunicazione mediatica** gioca un ruolo chiave: Allen è associato a un'epoca "pre-digitale", mentre Brand è un prodotto dell'era dei social media, dove lo scandalo si diffonde e si consuma in tempo reale.
### Conclusione: La "cancel culture" non è monolitica
La differenza di trattamento tra Allen e Brand mostra che la "cancellazione" dipende da:
- **Tempismo** (contestualizzazione storica delle accuse),
- **Geopolitica culturale** (Hollywood vs. Europa),
- **Meccanismi di potere** (accesso a reti alternative di produzione),
- **Tipo di celebrità** (artista vs. personalità dei media digitali).
Inquadrare il fenomeno attraverso la psicologia sociale e la comunicazione aiuta a comprendere perché alcune figure sopravvivono alla "cancellazione" ridefinendo il proprio spazio, mentre altre subiscono conseguenze più immediate. Questo solleva domande etiche su coerenza, giustizia sociale e il ruolo del pubblico nel determinare chi viene "perdonato" e chi no.
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