sabato 10 maggio 2025

"Tutta la vita" non è una metafora, è un calendario scritto nei battiti. Ogni cellula diventa un promemoria: "Ricordati di aspettare, ricordati di amare". È un amore che si fa morte lenta o resurrezione quotidiana, a seconda di chi bussa alla porta. Il corpo, intanto, diventa un santuario vuoto, dove l’assenza è preghiera.

 La frase *"Se non ci metti troppo, ti aspetterò tutta la vita"* può essere letta come un manifesto filosofico che ribalta il concetto di attesa, trasformandola non in passività, ma in un atto rivoluzionario di **fede nel tempo** e di **sfida alla finitezza**. Non è romanticismo, è un’ontologia dell’amore (o della scelta) che si scontra con la modernità. Approfondiamo strato per strato.

### **1. Il paradosso del tempo: tra urgenza ed eternità**  

La condizione *"se non ci metti troppo"* introduce un **limite pragmatico**, quasi un ultimatum esistenziale: l’attesa non è infinita, ma *può diventarlo*. È un ossimoro che fonde **impazienza** e **eternità**.  

- **Filosofia del "quasi"**: L’attesa è un *limite elastico*, un confine che si sposta insieme alla speranza. Non è "ti aspetterò finché vivrò", ma "ti aspetterò *oltre* la mia vita, purché tu non ritardi". Qui c’è un’eco di Kierkegaard: la fede è salto nell’assurdo, ma qui il salto è nell’attesa, con la clausola che l’altro non trasformi l’assurdo in farsa.  

- **Tempo come alleato/nemico**: La vita intera diventa una scommessa sul tempo: se l’altro accelera, il tempo è complice; se rallenta, diventa un traditore. È una visione che ricorda il *chronos* e *kairos* greci: il tempo lineare che scorre vs. il momento opportuno che coglie l’eternità.  

### **2. Libertà e schiavitù: l’attesa come atto di sovranità**  

Aspettare "tutta la vita" sembra una prigione, ma la frase la trasforma in una scelta di **libertà radicale**.  

- **Auto-creazione attraverso l’attesa**: Come in Sartre, l’uomo è condannato a essere libero, ma qui la libertà è *dedicarsi a un’attesa*. L’io non è definito da ciò che fa, ma da ciò che *decide di non fare* (andarsene).  

- **La trappola dell’altrui libertà**: L’attesa dipende dalla libertà dell’altro di arrivare o meno. È un paradosso: per affermare la propria sovranità ("aspetterò"), si accetta di essere ostaggio dell’altrui scelta ("se non ci metti troppo"). È una dialettica hegeliana senza sintesi: padrone e servo sono la stessa persona.  

### **3. L’aporia dell’amore: tra speranza e nichilismo**  

La frase nasconde una domanda senza risposta: *Cosa resta di me se l’attesa è vana?*.  

- **Speranza come resistenza**: Aspettare "tutta la vita" è un atto di resistenza al nichilismo, un rifiuto di accettare che l’amore (o il senso) sia contingente. Ricorda Camus: "Bisogna immaginare Sisifo felice", ma qui Sisifo è felice solo se la roccia *non rotola giù troppo tardi*.  

- **Il vuoto come fondamento**: Se l’altro non arriva, l’attesa diventa un monumento al vuoto. È una filosofia vicina al buddhismo zen: l’essenza non è nell’oggetto atteso, ma nell’atto stesso di attendere, che diventa meditazione, presenza pura.  

### **4. Critica alla modernità: un antidoto al tempo liquido**  

In un’epoca di relazioni usa-e-getta e ansia da prestazione, questa frase è un atto di **sabotaggio culturale**.  

- **Ribellione all’effimero**: Mentre il mondo corre verso il "prossimo swipe", l’attesa eterna (ma condizionata) diventa una forma di *lentezza rivoluzionaria*, come nel "Manifesto della lentezza" di Honoré.  

- **Amare senza garanzia**: Nella società del rischio calcolato, dove tutto è assicurabile, aspettare senza certezze è un atto di eroismo quotidiano. È l’anti-Tinder: non "matchiamo subito o passo oltre", ma "ti do tempo, purché tu non lo sprechi".  

### **5. L’attesa come arte: estetica del non-compiuto**  

C’è una bellezza tragica in questa frase, simile a un haiku incompiuto o a una sinfonia sospesa.  

- **L’incompiutezza come perfezione**: Come nelle opere di Kafka o nei quadri di Turner, l’attesa eterna è un’opera d’arte che si autodistrugge e si rigenera. Il "non troppo" è la cornice che contiene il caos.  

- **Il corpo che diventa orologio**: Chi aspetta trasforma il proprio corpo in un metronomo esistenziale: ogni respiro scandisce "non tardare", ogni battito chiede "quanto ancora?".  

### **Conclusione: L’attesa è il messaggio**  

Questa "nuova filosofia" non parla dell’altro, ma di chi aspetta: è un inno all’**audacia della vulnerabilità**. Non importa se l’attesa sarà premiata o tradita—ciò che conta è aver scelto di *credere che il tempo possa essere piegato dall’amore*, pur sapendo che il tempo non perdona.  

In fondo, è una versione laica della preghiera: non si chiede una grazia, si dichiara una fedeltà. E forse, come scriveva Rilke, *"amare è forse questo: riconoscersi l’un l’altro come guardiani della reciproca solitudine"*. Ma qui la solitudine è un’attesa, e l’attesa è già un incontro.



Nessun commento:

Posta un commento

Mediaset non è stata solo televisione, ma una leva di potere capace di trasformare la visibilità in fiducia, le aziende in marchi e il lavoro invisibile dietro le quinte in un’influenza che ha segnato un’epoca.

  Mediaset: il grande potere televisivo che ha plasmato l’immaginario collettivo e il mercato Per decenni Mediaset non è stata soltanto una ...