mercoledì 25 giugno 2025

«Scegli con cura le parole che ripeti a te stesso: sono i semi silenziosi che, nei momenti di quiete, fioriscono in convinzioni e trasformano la tua realtà.»

 Autosuggestione: i momenti-chiave per massimizzare la pratica (Gazzetta Quantica – Volume 5)


1. Perché parlare di “quando”

La ripetizione mentale di frasi o immagini positive funziona perché abbassa il filtro critico della mente conscia e dialoga con l’inconscio, dove si sedimentano abitudini ed emozioni. Ogni finestra della giornata in cui le onde cerebrali rallentano (α-θ) rende questo dialogo più rapido ed efficace. (edizionimediterranee.net, amazon.it)

2. Cenno storico

Il farmacista e psicologo francese Émile Coué sistematizzò l’autosuggestione all’inizio del ’900, osservando che la ripetizione delle formule “al risveglio e prima di dormire” accresceva l’effetto placebo dei suoi pazienti. Da allora la cronobiologia della pratica (mattino-pomeriggio-sera) è rimasta un cardine. (amazon.it, it.everand.com)


Le 4 finestre d’oro

Finestra Quando accade Stato mentale Obiettivo Formula-tipo
1. Soglia del risveglio primi 2-3 minuti dopo esserti svegliato ipnopompico θ-α “Impostare” il tono emotivo della giornata «Oggi mi muovo con calma e sicurezza»
2. Pausa di metà giornata 10-15 min dopo pranzo, occhi chiusi α rilassato Ricaricare energia, gestire lo stress «Il mio corpo si ricarica e la mente è lucida»
3. Pre-sonno ultimi 5-10 min prima di addormentarti ipnagogico α-θ Consolidare obiettivi a lungo termine «Ogni giorno mi avvicino al mio traguardo»
4. Stato meditativo / training autogeno durante una sessione dedicata (anche serale) α profondo Scolpire convinzioni radicate «Merito e accolgo il successo con serenità»

Le finestre 1, 2 e 3 sono ormai classiche nella letteratura sull’autosuggestione e sul training autogeno, che raccomanda “mattina-dopo pranzo-prima di dormire” come triade minima. (psicologo-online24.it, il-successo.ch)


3. Protocollo rapido (3×3)

  1. Tre respiri diaframmatici per indurre rilassamento.

  2. Tre ripetizioni lente della formula scelta, sussurrata o mentalizzata.

  3. Tre secondi di silenzio per lasciare depositare l’immagine emotiva.

Durata totale: ~60 s. Meglio la costanza della quantità: farlo tutti i giorni ancorché breve.


4. Potenziatori trasversali

  • Immagine vivida: abbina alla frase un dettaglio sensoriale (colore, suono, temperatura).

  • Gesto-àncora: tocca pollice-indice mentre ripeti la formula; creerai un trigger fisico.

  • Diario: segna (10 s) il tono emotivo prima/dopo; aiuta a misurare i micro-progressi.


5. Errori da evitare

  1. Formule negative o al futuro («Non voglio…», «Vorrò…») che rinforzano la mancanza.

  2. Fatica di volontà: non “sforzarti” di crederci; lascia che emerga la sensazione, come in un sogno lucido.

  3. Overbooking mentale: fare autosuggestione subito dopo social/news sovrastimola la corteccia e rialza le β-waves, vanificando l’effetto.


6. In sintesi

  • Tempismo > Durata: 1 minuto nelle 4 finestre surclassa 20 minuti fuori fase.

  • Mattino e pre-sonno restano i pilastri: l’una imposta la giornata, l’altra consolida la traccia mnestica notturna.

  • Inserisci la micro-pausa post-prandiale per stemperare cortisolo e mantenere performance cognitive.

  • Una seduta guidata o meditativa (finestra 4) amplifica i processi di apprendimento emotivo e di auto-efficacia.

Praticata con regolarità, l’autosuggestione diventa un alleato silenzioso che agisce nelle pieghe del quotidiano, riallineando il dialogo fra mente cosciente e inconscio verso ciò che vuoi davvero sperimentare.





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