mercoledì 23 luglio 2025

«Alla prima visione, *Sette Anime* sembra abbassare la mortalità perché trasforma il senso di colpa in un impulso vitale all’altruismo, ricordandoci che donare di sé prolunga la vita—nostra e altrui—ben oltre i confini del film.»

 

«Sette anime» (Seven Pounds) – una lettura a 360 °

«È un film oscuro e complesso che indaga l’altruismo e il sacrificio»
— Gabriele Muccino, regista (Los Angeles Times)


1. Da dove nasce il titolo

Il riferimento più citato è il “pound of flesh” del Mercante di Venezia: un debito di carne che deve essere saldato a ogni costo. Qui il “debito” di Ben/Will Smith ammonta a sette vite—quelle che ha causato nell’incidente stradale—e che vuole “ripagare” con porzioni del proprio corpo (organi, tessuti, sangue) e, infine, con la vita stessa. (English Language & Usage Stack Exchange)


2. Struttura narrativa: un puzzle emotivo

Il film procede per ellissi, flashback e false piste. Muccino ha montato e rimontato la storia per “decidere quanto svelare e quando”, proprio per farci vivere lo stato mentale frammentato di Ben. (FirstShowing.net)
Questo ritardo dell’informazione trasforma lo spettatore in investigatore, aumentandone il coinvolgimento emotivo e preparando il terreno alla rivelazione finale.


3. Tema cardine: colpa, redenzione, destino

Sette anime è un moderno percorso di espiazione: Ben seleziona con cura beneficiari “meritevoli” (Emily, Ezra, Connie…) e mette in scena un’inedita “economia karmica”: salvare sette anime per restituire l’equilibrio violato. La critica l’ha letta come «missione di bene» che flirta con l’ossessione dell’autogiustizia. (We Are Movie Geeks)

La domanda etica—è giusto redimersi tramite il proprio suicidio?—ha infiammato il dibattito, tanto che alcune voci lo bollano come «film eticamente discutibile» per l’idea di suicidio strumentale. (Flick Philosopher)


4. Simbolismo visivo

Simbolo Funzione Spiegazione
Medusa velenosa Bellezza letale / Misericordia crudele Ben la definisce “la creatura più bella al mondo” e la sceglie per darsi la morte: l’animale unisce fascino e distruzione, proprio come la sua missione. (I Already Ate My Breakfast)
Acqua e ghiaccio Purificazione e anestesia La vasca ghiacciata rallenta il battito, protegge gli organi da danni ischemici: un ultimo gesto di cura verso i futuri destinatari.
Casa vuota Anima svuotata L’interno spoglio riflette la sua identità post‑tragedia: bello fuori, morto dentro. (I Already Ate My Breakfast)
Contrasto cromatico Vita vs morte Emily è avvolta in tinte calde, Ben in grigi e blu, a segnare la differenza tra speranza e nichilismo.

5. I personaggi chiave

  • Ben Thomas / Tim – eroe tragico, ex ingegnere aerospaziale travolto dalla colpa.

  • Emily Posa – tipografa con cardiomiopatia: la possibilità di un amore “che fa battere il cuore” letteralmente.

  • Ezra Turner – pianista cieco, simbolo della vista interiore: sa “vedere” la bontà di Ben prima degli altri.

  • Stewart Goodman – il “cattivo” che Ben rifiuta di aiutare, a rimarcare il suo criterio meritocratico (e discutibile) di selezione.


6. Il finale e il “senso di pienezza”

La cedibilità totale del proprio corpo diventa atto ultimo di agency: Ben non accetta il destino, lo riscrive modificando biologicamente quello di altri sette individui. Per molti spettatori il film genera:

  1. Catarsi privata – Identificarsi con il fardello di Ben produce un alleggerimento emotivo; da qui la sensazione—iperbolica ma diffusa—di «ridurre la mortalità» perché ci spinge a vivere “più coscienti” delle conseguenze delle nostre azioni.

  2. Spinta all’altruismo – Il film è citato in varie campagne come veicolo popolare di consapevolezza sulla donazione degli organi. (Imperial blogs)


7. Perché continua a dividere

Argomenti pro Argomenti contro
Potente ritratto di colpa e perdono Romanticizza il suicidio
Stimola il dibattito sull’etica della donazione Ignora ostacoli medici/legali reali (logistica trapianti) (Los Angeles Times)
Performance emozionante di Will Smith Struttura “manipolativa” e twist prevedibile per alcuni

8. Guardarlo oggi: un “beneficio vitale” metaforico

Il film non abbassa davvero la mortalità in senso statistico, ma il suo impatto sullo spettatore—complice colonna sonora intimista e fotografia desaturata—può:

  • far crescere empatia e senso di responsabilità;

  • ricordare che ogni scelta (anche involontaria) incide sul destino altrui;

  • offrire un rituale di purificazione emotiva, specie a chi convive con sensi di colpa.

In questo risiede la sua forza: trasformare una tragedia personale in un atto di generosità radicale e farci uscire con la domanda: «Quanto delle mie “sette libbre” sono disposto a donare agli altri, prima che sia tardi?»



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