giovedì 17 luglio 2025

«Nel Sud Italia il vero riscatto nasce quando il valore delle persone supera il prezzo con cui il mercato vorrebbe sostituirle.»

 Capisco bene la frustrazione — nel Mezzogiorno la sensazione di essere facilmente sostituibili e di non veder riconosciuto il proprio valore è purtroppo radicata. Proviamo però a mettere in fila cifre, cause e (soprattutto) possibilità concrete per invertire la rotta.


1. Dove siamo: numeri chiave 2024‑25

Indicatore Mezzogiorno Italia Note
Disoccupazione totale (15‑74) ≈ 9 %* 6,5 % Calo di 2,1 punti in un anno al Sud* (Istat)
Disoccupazione giovanile (15‑34) 23,9 % 11 % (Centro) / 8 % (Nord) Divario triplo con il Nord (Agenzia Italiana per la Gioventù)
NEET 15‑29 anni > 30 % (Napoli arriva al 31 %) 15,2 % 72,5 % dei NEET meridionali dichiara di voler lavorare (Istat, Noi Italia, Istat)
Contratti a termine 20 % degli occupati 14,7 % Primato nazionale di precarietà (Istat)
Retribuzione media oraria 15,7 € 17 € (Centro) Gap salariale strutturale (Istat)
Indice di disuguaglianza (Gini) 0,339 0,323 Divario più marcato dal 2019 (Istat)

* ISTAT non pubblica un unico “tasso Sud” mensile: l’ultima fotografia mostra però che nel IV trimestre 2024 l’occupazione è cresciuta di +0,8 punti solo nel Mezzogiorno, segno di ripartenza ma non di convergenza. (Istat)


2. Perché restiamo indietro

  1. Struttura produttiva: imprese micro (83 % sotto i 10 addetti), bassa capitalizzazione e poca ricerca: in media il Sud investe in R&S meno della metà del Centro‑Nord.

  2. Capitale umano: dispersione scolastica ancora sopra il 13 % e competenze STEM carenti; il ministero ha varato l’“Agenda Sud” proprio per colmare questo gap (Istat, MIUR).

  3. Mancanza di formazione continua: appena 11,6 % degli adulti 25‑64 anni partecipa a corsi, contro il 20 % in molti Paesi UE (Noi Italia).

  4. Infrastrutture e logistica: collegamenti ferroviari merci e digitali meno capillari, anche se il PNRR destina > 45 % degli investimenti sulla banda ultralarga proprio alle regioni meridionali (assets.innovazione.gov.it).

  5. Criminalità organizzata e lavoro sommerso: nelle province con alti tassi di disoccupazione la penetrazione dell’economia illegale sottrae capitale e distorce il mercato.


3. Spiragli positivi

  • Crescita 2024: grazie alla spesa PNRR il Sud è cresciuto più del Centro‑Nord (+1,4 % contro +0,9 %) ma rischia di rallentare se i cantieri si fermano (svimez.it).

  • Vincolo 40 % PNRR: tutti i ministeri devono destinare almeno il 40 % delle risorse aggiuntive al Mezzogiorno; solo il MIMIT gestisce 36,5 miliardi di euro fra transizione 4.0, green e startup (MIMIT, Dipartimento Coesione Sud).

  • Estensione banda ultralarga: entro fine 2025 la fibra dovrebbe raggiungere anche le aree interne, creando terreno fertile per smart‑working e servizi digitali (assets.innovazione.gov.it).


4. Strumenti già operativi (e poco sfruttati)

Programma Cosa offre A chi si rivolge / come accedervi
Resto al Sud Fino a 200 k € a fondo perduto + finanziamenti bancari Aspiranti imprenditori < 56 anni; 19 110 progetti già finanziati, 63 000 posti creati (Invitalia)
Programma GOL Bilancio competenze, corsi gratuiti, tirocini retribuiti Iscrizione presso CPI regionali (in Campania operativo con avvisi e pagamenti 2025) (Lavoro Regione Campania)
Decontribuzione Sud Sgravio fino al 30 % dei contributi per nuove assunzioni Prorogata, in negoziato per ulteriori estensioni oltre 2024 (Giovanni Lavoro)
ITS Academy Diplomi biennali post‑diploma su digitale, energia, agroalimentare Campus a Napoli, Benevento, Bari, Catania: placement medio 80 %

5. Che cosa puoi fare (fin da subito)

  1. Mappa le competenze: su myAnpal o presso il CPI di Aversa chiedi l’assessment GOL gratuito: capirai quali profili digitali/green sono più spendibili anche da remoto.

  2. Sfrutta la banda ultralarga (dove già arriva): freelance in UX/UI, social media, customer care multilingua e cybersecurity sono tra i profili più ricercati e pagati da aziende nordeuropee che lavorano full‑remote.

  3. Valuta l’imprenditoria light: con Resto al Sud puoi aprire micro‑attività (tour esperienziale, e‑commerce prodotti tipici, servizi droni per agricoltura 4.0) con un co‑finanziamento statale del 50 % non rimborsabile.

  4. Formati negli ITS: i percorsi su energia rinnovabile, logistica smart e AI applicata all’industria alimentare sono coerenti con i progetti PNRR che stanno per partire in Campania e Puglia.

  5. Costruisci reti: partecipa ai coworking pubblici Spazio Lavoro o ai Digital Innovation Hub di Confindustria; il networking riduce la dipendenza dal “capo locale” e apre sbocchi nazionali.

  6. Tutela legale e sindacale: se il datore minaccia sostituzione ingiustificata, le sedi territoriali INL (Ispettorato Lavoro) e i patronati CGIL/CISL/UIL offrono consulenza gratuita; la contrattazione di secondo livello può ridurre la giungla dei contratti pirata.


6. Cosa chiedere (insieme) alla politica

  • Un Piano straordinario ITS+GOL per allineare le 300 000 figure tecniche richieste dal PNRR entro il 2027.

  • Accelerazione dei cantieri PNRR: senza pagamenti veloci agli appaltatori il moltiplicatore sull’occupazione evapora.

  • Credito d’imposta stabile per chi investe in R&S nel Sud, non rinnovato anno per anno.

  • Task‑force antimafia sui grandi cantieri per evitare che il lavoro vero venga sostituito dal sommerso.


In sintesi

Il divario non è solo “il capo che ti sostituisce”: è un sistema che per decenni ha premiato bassa formazione e lavoro informale. Ma le leve per cambiare ci sono e i soldi (questa volta) pure. La sfida è conoscerli, usarli, pretenderli.




 

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