lunedì 28 luglio 2025

«Quando la tua attenzione abbraccia l’istante, persino il passo più semplice fiorisce in un miracolo silenzioso.»

 

“Sii dove sei”: Il richiamo universale alla Presenza

«Mentre cammini, mangi e viaggi, sii dove sei. Altrimenti perderai la maggior parte della tua vita.»
— attribuito al Buddha

«Non siate dunque in ansia per il domani, perché il domani avrà cura di sé stesso.»
— Gesù, Matteo 6,34


1. Introduzione: l’istante come dimora dell’essere

Queste due frasi, separate da secoli e culture, convergono sullo stesso punto: l’unica vera ricchezza si trova nell’Adesso. Quando ascoltiamo veramente la pioggia o sentiamo il contatto del piede con la terra, non stiamo aggiungendo nulla alla realtà; piuttosto, stiamo rimuovendo gli strati di distrazione che ci impediscono di percepirla. Vivere altrove — negli anfratti di rimpianti passati o nei miraggi di futuri immaginati — significa perdere «la maggior parte della vita»: l’unico momento in cui possiamo davvero respirare, amare, scegliere.


2. Buddha e la pratica dell’attenzione nuda (sati)

Nel canone pali, il Buddha incarna la sati, la consapevolezza:

  • Osservare ciò che sorge (pensieri, sensazioni, emozioni) senza appropriazione.

  • Ritornare al proprio corpo come ancora.

  • Dimorare nel flusso dell’esperienza così com’è.

Quando egli invita a «camminare essendo dove sei», non propone una formula poetica, bensì un addestramento: sentirsi talmente presenti ai propri passi da non lasciare «avanzi d’esperienza» non vissuti. È un atto rivoluzionario di semplicità: niente da ottenere, nulla da respingere.


3. Gesù e il “pane quotidiano”

Nel Discorso della Montagna, Gesù sposta l’asse dagli affanni alla fiducia: «A ciascun giorno basta la sua pena». In termini contemporanei potremmo dire: non sovraccaricare la RAM con simulazioni di scenari infiniti; usa la tua energia per amare ora. Il “pane quotidiano” per cui pregare non è mero nutrimento fisico, ma il gesto di ricevere la vita a bocconi di presente.


4. Il paradosso della mente errante

Studi neuroscientifici confermano quello che Buddha e Cristo intuirono: una mente che divaga per più del 45 % del tempo correla con stati di infelicità. Vagare è naturale; il problema sorge quando smettiamo di rendercene conto.

Effetto assuefazione: più la mente scappa, più crede di dover scappare.
Effetto opacità: la realtà diventa un sottofondo muto.
Effetto sottrazione: la vita si riduce a sceneggiatura mentale, non a esperienza.


5. Ogni passo è sacro quando tu sei il passo

Con “sacro” non intendiamo un’aura mistica che piove dall’alto; è la sacralità di ciò che è pienamente visto. Prendi il gesto di bere un sorso d’acqua:

  1. Contatto sensoriale: la freschezza sulle labbra.

  2. Consapevolezza: riconoscere la sete che si placa.

  3. Gratitudine spontanea: rendersi conto del dono.

In quel microcosmo di pochi secondi, l’ordinario diventa infinito perché la tua presenza illumina ciò che, altrimenti, passerebbe inosservato.


6. Pratiche concrete per abitare l’Adesso

Momento «Qui» in 15 secondi
Sveglia Tre respiri profondi prima di alzarti: nota suono, temperatura, contatto del lenzuolo.
Caffè Senti l’aroma dalla tazzina al naso, non dal pensiero al giudizio.
Email Prima di cliccare “invia”, percepisci il mouse sotto le dita.
Fila al semaforo Sintonizzati sul respiro nell’addome anziché sul clacson mentale.

Regola d’oro: se puoi renderti conto di dove sei con un senso (vista, tatto, udito…), sei già tornato a casa.


7. Dai frammenti alla totalità

La Presenza non cancella passato e futuro; li mette al loro posto.

  • Il passato: archivio di memoria, non gabbia di identità.

  • Il futuro: spazio di visione, non arena d’ansia.

Quando ritorni all’istante, recuperi la facoltà di usarli anziché esserne usato.


8. Perdere l’attimo è perdere il miracolo

Ogni forma di bellezza — musica, poesia, abbraccio — va assaporata durante e non in differita. Se registri un tramonto ma non lo guardi, baratti l’esperienza viva con un file morto. Il “miracolo” non è un evento soprannaturale: è la meraviglia di un cervello che incontra il mondo senza filtri superflui.


9. Ostacoli comuni (e antidoti)

Ostacolo Descrizione Antidoto pratico
Multitasking compulsivo Sovrapporre attività disloca l’attenzione. Fai una sola cosa, deliberatamente, per 90 secondi.
Dialogo interno giudicante Commento costante su “giusto/sbagliato”. Nomina l’emozione (“ansia”, “noia”), poi torna al respiro.
Notifiche a raffica Stimoli esterni che sequestrano la mente. Silenzia, imposta finestre di consultazione.

10. Conclusione: la libertà è nel passo successivo

Essere “dove siamo” è l’arte di rientrare in contatto con la nostra piena umanità: fragile, cangiante, eppure capace di infinita profondità. Buddha e Cristo non ci offrono dogmi da memorizzare; ci invitano a partecipare attivamente al mistero ordinario della vita. Ogni passo, se abitato, è un atto di liberazione dal tempo psicologico. Il miracolo non è altrove: si dispiega in questa sillaba, in questa pausa, nel prossimo battito del tuo cuore.

Prova ora. Chiudi gli occhi, inspira, senti i piedi sul pavimento.
Ti sei già avvicinato a quella porzione di vita che, altrimenti, avresti perso.

 


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