venerdì 8 agosto 2025

Il problema è già qui, silenzioso: sulla carta fila, nella realtà si inceppa, e ce ne accorgeremo solo quando conterà.

 

Piano di emergenza in Campania: ambizioso sulla carta, fragile sul campo

TL;DR

Sui rischi maggiori (Campi Flegrei e Vesuvio) la Campania ha piani formalmente aggiornati e ha fatto anche esercitazioni. Ma l’evacuazione prevista (centinaia di migliaia di persone, in 72 ore, solo su gomma) è al limite della fattibilità con l’attuale rete viaria. Ci sono progressi (piani comunali, protocolli per nuove vie di fuga) ma anche nodi irrisolti: infrastrutture insufficienti, partecipazione dei cittadini troppo bassa, e test sul campo poco convincenti. Sull’idea che il piano sia “corrotto”: non emergono prove pubbliche dirette che colleghino indagini di corruzione alla pianificazione di Protezione Civile; esistono però criticità di governance e appalti che impongono vigilanza. (Regione Campania, Protezione Civile, Ministero dell'Interno, www.comune.napoli.it)


I fatti (verificati)

  • Campi Flegrei. Zona rossa e gialla definite a livello nazionale; piano di allontanamento: ~485.000 residenti da evacuare in 72 ore, unica modalità: stradale. Partenza contemporanea dei Comuni. È una delle più grandi operazioni mai pianificate in Europa. (Mappe Protezione Civile, Regione Campania)

  • Vesuvio. Pianificazione nazionale aggiornata e piani comunali (es. Napoli ha approvato nel 2025 il proprio piano di allontanamento). Nell’area vesuviana gli esposti sono ~672.000 residenti. (Protezione Civile, Regione Campania, www.comune.napoli.it)

  • Esercitazioni. Nel 2024 si è svolta l’Exe Flegrei 2024, con test di allontanamento; a Napoli hanno preso parte 301 cittadini (un numero simbolico rispetto alla scala reale dell’esodo). (Protezione Civile, www.comune.napoli.it)

  • Cornice normativa e fondi. Nel 2024 il Governo ha varato misure urgenti per l’area flegrea (bradisismo), inclusi interventi di prevenzione e protezione civile. (Protezione Civile)

  • Vie di fuga e mobilità. Nel 2025 MIT, enti locali e concessionari hanno firmato protocolli per nuove infrastrutture e accessi nell’area di Pozzuoli per migliorare le vie di fuga. (Ministero dell'Interno, Finanza Repubblica)

  • Pianificazione comunale. La Regione riporta che ~93% dei Comuni campani ha un piano di protezione civile (dato in crescita, ma non totale). (Lavori Pubblici Campania)


Dove scricchiola davvero

  1. Evacuare mezzo milione di persone in 72 ore… su strada. È un obiettivo estremamente tirato: qualsiasi criticità (colli di bottiglia, incidenti, aree di attesa non operative) può far saltare i tempi. Test e analisi giornalistiche hanno evidenziato vie di fuga non pienamente agibili e l’insufficienza delle esercitazioni rispetto alla scala reale. (Corriere Napoli)

  2. Infrastrutture e manutenzioni. Si sta intervenendo (ispezioni ANAS, protocolli MIT), ma la rete viaria nell’area flegrea/vesuviana ha ancora nodi storici. Finché i nuovi accessi e gli adeguamenti non sono realizzati e collaudati, il rischio di congestione resta alto. (Anas S.p.A., Ministero dell'Interno)

  3. Partecipazione e cultura del rischio. 301 persone a un’esercitazione cittadina sono poche. Senza coinvolgimento massivo (scuole, condomìni, aziende, persone fragili), il giorno X prevalgono panico e improvvisazione. (www.comune.napoli.it)


“Corrotto”? Cosa c’è e cosa no

  • Cosa c’è. In Campania non mancano indagini per corruzione nella PA e negli appalti (settori vari). Per la materia appalti, ANAC ha attivato strumenti di vigilanza e protocolli per rafforzare la trasparenza. Questo contesto alimenta sfiducia. (ANAC)

  • Cosa NON abbiamo trovato. Nessuna prova pubblica che il piano di emergenza in sé (Campi Flegrei/Vesuvio) sia “corrotto” o manipolato a fini illeciti. Le criticità principali sono tecniche, logistiche e organizzative (non penali), e riguardano la fattibilità operativa dell’esodo e l’adeguatezza delle infrastrutture. (Se vuoi, posso mappare eventuali procedimenti specifici che tocchino direttamente Protezione Civile e piani d’esodo, ma al momento non emergono elementi solidi.) (Regione Campania, Protezione Civile, Ministero dell'Interno)


Cosa servirebbe “ieri”

  • Esercitazioni a scala reale di quartiere/città (con migliaia di persone, orari scaglionati, simulazione traffico) e report pubblici con indicatori (tempi di esodo, criticità, correzioni). (Protezione Civile)

  • Cantierare le vie di fuga prioritarie con cronoprogrammi verificabili (MIT/ANAS/Regione) e aggiornare il piano man mano che le opere entrano in esercizio. (Ministero dell'Interno, Finanza Repubblica)

  • Piani per i fragili (anziani, disabili, ospedali, scuole) con elenchi nominativi, trasporti dedicati e drill periodici; gemellaggi interregionali effettivi (punti di accoglienza, capacità letti). (Regione Campania)

  • Trasparenza sugli appalti: pubblicare dashboard di monitoraggio lavori e costi; rafforzare la vigilanza ANAC su opere e forniture critiche. (ANAC)


Conclusione (senza giri di parole)

Il sistema non è “zero”, ma oggi non reggerebbe un’esodo perfetto in 72 ore se l’evento serio arrivasse domani. Il problema non è tanto “la carta” (che c’è), quanto la distanza tra piano e realtà: strade, tempi, persone, prove. La parola “corruzione” è comprensibile come frustrazione verso ritardi e opacità, però va usata quando sostenuta da fatti: al momento i punti deboli sono soprattutto operativi. Correggerli richiede opere rapide, esercitazioni vere e trasparenza radicale—subito. (Regione Campania, Corriere Napoli, Ministero dell'Interno)


Vuoi che trasformi questo in un pezzo lungo per la tua testata, con infografiche su zone rosse/gialle, tempi di esodo e lo stato dei cantieri (con fonti e link)? Oppure preferisci un taglio editoriale più duro?




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