sabato 20 settembre 2025

"La coscienza non nasce dal cosmo: è il silenzio eterno che lo sogna e lo contiene."



La coscienza non ha origine: il sogno silenzioso che precede il cosmo

Viviamo in un’epoca in cui la scienza e la filosofia si intrecciano sempre più, cercando di rispondere alla domanda fondamentale: da dove proviene la coscienza? È nata dal cervello, frutto di miliardi di anni di evoluzione, oppure è qualcosa che precede la materia stessa?

Molti modelli scientifici considerano la coscienza come un epifenomeno, una conseguenza dell’attività neuronale. Ma se fosse vero l’opposto? Se non fosse il cosmo ad aver creato la coscienza, ma la coscienza stessa ad aver sognato il cosmo?


La coscienza come rivelazione, non come origine

Dire che la coscienza “ha avuto origine” significa collocarla dentro lo spazio-tempo, come un evento tra tanti. Eppure, nell’esperienza interiore più profonda, la coscienza appare come ciò che non è mai nato e mai muore. Non segue il flusso del tempo: lo contiene.

Non è un prodotto della materia, ma il campo entro cui la materia stessa si manifesta. La coscienza non si è accesa come una scintilla improvvisa in un cervello primitivo: era già presente, silenziosa e infinita, in attesa di rivelarsi attraverso forme, pensieri, esperienze.


Prima del pensiero, la conoscenza pura

Il linguaggio, i concetti, le immagini della mente: tutto questo appartiene al dominio della forma. Ma prima della forma esiste una dimensione che non si può ridurre a definizioni. Una conoscenza originaria che non ha bisogno di parole né di oggetti per essere.

Questa conoscenza è l’essenza stessa della coscienza: un sapere diretto, intatto, non duale. È ciò che le antiche tradizioni chiamavano pura consapevolezza. Non qualcosa che “abbiamo”, ma ciò che siamo, al di là di ogni narrazione.


Il cosmo come sogno della coscienza

Se ribaltiamo la prospettiva, la materia non genera la coscienza, ma la coscienza genera la materia. In questa visione, l’universo non è altro che un’immensa proiezione: un sogno cosmico che prende forma dentro il campo consapevole.

Ogni stella, ogni galassia, ogni atomo è un riflesso di quella matrice silenziosa. E noi, come esseri viventi, non siamo entità separate, ma espressioni del medesimo sogno.


Un invito al silenzio interiore

Se la coscienza precede e trascende il cosmo, allora il più grande atto filosofico e spirituale è riconnettersi a quella radice silenziosa. Non attraverso lo sforzo del pensiero, ma attraverso l’apertura, l’ascolto, la resa.

Nel silenzio non incontriamo il vuoto, ma l’interezza. Non incontriamo l’assenza, ma la presenza assoluta. È lì che possiamo intuire la verità che sfugge a ogni spiegazione: la coscienza non ha origine perché è l’origine.


Conclusione

Invece di chiederci quando o come la coscienza sia sorta, possiamo iniziare a riconoscere che essa è sempre stata qui. Non è un frammento della realtà, ma lo sfondo eterno in cui la realtà stessa accade.

Il cosmo è un evento nella coscienza. E noi siamo il testimone che sogna e vive, allo stesso tempo, quel sogno infinito.



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