L’unico piacere permanente: riposare come ciò che sei
Viviamo in una società che ci spinge costantemente alla ricerca di piaceri: il cibo che appaga, l’acquisto che gratifica, la conquista che esalta, l’esperienza che distrae. Ma se osserviamo con sincerità, ci accorgiamo che ogni piacere porta con sé una data di scadenza. Ciò che sorge è destinato a svanire. È la legge stessa dell’impermanenza.
E allora, perché rincorriamo senza tregua ciò che inevitabilmente sfuma?
La fragilità dei piaceri sensoriali
Ogni piacere è legato a una condizione. Serve un oggetto, una persona, un evento esterno. Quando quella condizione cessa, anche la sensazione svanisce. Quello che chiamiamo “piacere” non è altro che una parentesi, un lampo temporaneo che nasce e muore.
È qui che sorge l’inganno: confondiamo l’intensità momentanea dell’eccitazione con la vera gioia. Ma l’eccitazione è sempre fragile, soggetta al cambiamento, schiava del tempo.
La gioia dell’Essere
Diversa è la natura della pace interiore. Essa non ha bisogno di oggetti né di circostanze particolari. Non dipende da ciò che accade fuori. È quiete. È silenzio vivo.
La gioia dell’Essere non è un piacere che va e viene, ma un riconoscimento: quello di essere, semplicemente. Non occorre aggiungere nulla. Non occorre volere. Quando il desiderio si placa, ciò che resta è un fondo immutabile di pace.
L’assenza di volere
Il punto non è ottenere di più, ma lasciare andare la tensione verso ciò che manca. La mente vive proiettata nel desiderio, e per questo è sempre inquieta. L’Essere, invece, è sempre completo. Non ha bisogno di diventare nulla.
Quando smettiamo di volere, anche solo per un istante, la pace si rivela da sé. Non è una conquista, ma un riconoscimento: era già lì, sotto la superficie dei nostri pensieri.
Riposare come ciò che sei
Il vero piacere permanente non è l’accumulo, ma il riposo. Non nelle cose, ma nell’essenza. Non nell’agitazione, ma nella quiete.
Riposare come ciò che sei significa non cercare più altrove ciò che già ti abita. È un lasciarsi cadere nel cuore stesso dell’esistenza, dove non c’è nulla da guadagnare né da perdere.
E in quella semplicità scopriamo la più grande ricchezza: la pace che non finisce.
👉 Domanda per chi legge: nella tua esperienza quotidiana, quali momenti ti hanno fatto assaporare questa quiete che non dipende da nulla?
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