martedì 9 settembre 2025

"La più grande difficoltà moderna non è più quella di sopravvivere, ma di trovare un senso autentico alla propria esistenza, navigando in un mondo che ci invita costantemente a performare invece che a vivere."


### **Vivere Senza Un Copione: La Fatica di Essere Sé Stessi in un Mondo di Performance**

Vivere è difficile. Non è una novità, è una verità antica come l'umanità stessa. Ma c'è una differenza sottile e cruciale tra le difficoltà di un tempo e quelle che affrontiamo oggi. Un tempo le battaglie erano spesso contro elementi tangibili: la natura, la carestia, le guerre per la sopravvivenza fisica.

Oggi, nella nostra società moderna opulenta e iperconnessa, la battaglia si è interiorizzata. Si combatte nel silenzio della mente, scrollando uno schermo luminoso alle 2 di notte. La difficoltà di vivere non è più (solo) trovare da mangiare, ma **trovare un senso**. E il mondo, invece di aiutarci, spesso mette avanti delle vie inusuali, travolgenti e paradossali che, più che semplificare, complicano la nostra ricerca.

#### **La Tirannia dello "Sviluppo Personale"**

Siamo la generazione più informata della storia. Abbiamo accesso a migliaia di anni di saggezza filosofica, a corsi su ogni tema immaginabile, a guru che ci promettono la chiave per la felicità in 10 semplici passi. Eppure, siamo anche tra le generazioni più ansiose.

Perché? Perché questa abbondanza si è trasformata in un obbligo. **Dobbiamo** migliorarci costantemente. Dobbiamo essere produttivi, mindful, fisicamente perfetti, mentalmente di ferro, spiritualmente elevati. La ricerca della felicità è diventata un lavoro a tempo pieno, un altro item da spuntare su una lista della produttività esistenziale. Il messaggio inusuale che riceviamo è: "Se non sei felice, è colpa tua. Non ti stai impegnando abbastanza." Il peso della realizzazione ricade interamente sulle nostre spalle, in un individualismo estremo che può essere profondamente isolante.

#### **Il Paradosso della Connessione e della Solitudine**

Siamo tecnicamente connessi con chiunque, in qualsiasi momento. Possiamo vedere le vacanze di un vecchio compagno di scuola dall'altra parte del mondo e commentare il pranzo di un collega. Eppure, la solitudine è una pandemia silenziosa.

I social media, la via inusuale che doveva unirci, spesso ci mostrano un catalogo infinito di vite perfette against cui paragonare la nostra, che inevitabilmente risulta manchevole. Sostituiscono la profondità di una conversazione faccia a faccia con la superficialità di un "like". Ci connettiamo per paura di essere tagliati fuori, ma nel farlo, a volte ci perdiamo il contatto autentico con la persona accanto a noi sul divano. La connessione diventa un performance, una curatela della propria immagine pubblica, non un atto di vero incontro.

### **La Sovrabbondanza di Scelta e la Paralisi**

I nostri nonni sceglievano tra due tipi di pasta e un canale televisivo. Noi scegliamo tra centinaia di piani tariffari per il telefono, migliaia di serie TV, infinite possibilità di carriera e stili di vita. La libertà di scelta è un dono, ma anche un fardello enorme.

**Il paradosso della scelta** ci dice che troppe opzioni non ci rendono più liberi, ma più ansiosi e insoddisfatti. Ogni decisione porta con sé il peso delle alternative scartate e la paura di sbagliare. La vita diventa un menu infinito in cui ogni portata ordinata ci fa rimpiangere quella che non abbiamo scelto. La via inusuale della libertà assoluta può portare, ironicamente, a una paralisi esistenziale.

#### **Cosa Fare? Piccoli Atti di Ribellione Autentica**

Allora, come si naviga in questo labirinto di pressioni inusuali? Non esiste una soluzione universale, ma forse possiamo iniziare con piccoli atti di ribellione consapevole:

1.  **Sostituire la Curatela con la Cura:** invece di curare la propria immagine online (curatela), dedicare tempo a curare le relazioni reali, con presenza e ascolto.

2.  **Abbracciare la "Sufficienza":** capire che a volte "abbastanza" è già tutto. Non dobbiamo essere eccezionali in ogni cosa. Possiamo essere semplicemente noi stessi, con le nostre imperfezioni e i nostri limiti. E va bene così.

3.  **Limitare il Menu:** fare scelte che riducano deliberatamente le opzioni. Disiscriversi, disinstallare, semplificare. Creare spazi (fisici e mentali) dove non si deve scegliere nulla, ma solo essere.

4.  **Tornare al Tangibile:** contrastare l'astrattezza del digitale con la concretezza del mondo reale. Un hobby manuale, una passeggiata in un parco, il contatto con la terra, una chiacchierata senza telefono in mano.

Vivere è difficile, oggi come ieri. Ma forse la vera difficoltà moderna sta nel resistere alle vie inusuali che la società ci impone e nel trovare il coraggio di tracciare un sentiero proprio, più lento, più silenzioso e autenticamente nostro. Non si tratta di trovare la risposta giusta, ma di smettere di credere che ne esista una sola.



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