mercoledì 26 novembre 2025

«La concentrazione di potere tecnologico ed economico nelle mani di pochi ha trasformato i giovani delle fasce più deboli da cittadini con diritti in semplici utenti dipendenti da strumenti che non hanno scelto loro.»

 

Ti propongo un articolo strutturato e critico, ma basato su fatti verificabili, non su teorie complottiste.


1. Perché parlare delle “ombre” di Bill Gates

Bill Gates è una delle persone più influenti degli ultimi 40 anni: co-fondatore di Microsoft, ha contribuito a portare il computer in quasi tutte le case del pianeta e oggi è uno dei principali filantropi globali tramite la Bill & Melinda Gates Foundation, che ha investito oltre 100 miliardi di dollari in salute, educazione e agricoltura. (PMC)

Proprio per questo potere enorme – economico, tecnologico, culturale e ora anche “umanitario” – è giusto analizzare anche le criticità e le conseguenze problematiche, soprattutto per i giovani.


2. L’era Microsoft: monopolio, standard imposti e dipendenze digitali

2.1. Il problema del monopolio

Negli anni ’90 Microsoft ha dominato il mercato dei sistemi operativi e dei software per PC. Il caso antitrust United States v. Microsoft ha stabilito che l’azienda ha mantenuto il proprio monopolio con pratiche anticoncorrenziali, ad esempio legando Internet Explorer a Windows per ostacolare i browser concorrenti come Netscape. (Wikipedia)

Conseguenze problematiche:

  • Scarsa concorrenza: meno alternative, innovazione rallentata in alcuni settori e prezzi poco trasparenti.

  • Standard di fatto imposti: formati proprietari (es. .doc, .xls) che obbligavano scuole, aziende e governi a usare prodotti Microsoft per poter “parlare la stessa lingua”.

  • Dipendenza sistemica: interi paesi e istituzioni costruiti su un solo ecosistema, con costi enormi di migrazione a software alternativi.

Per i giovani questo ha significato crescere in un mondo in cui “computer = Windows”, con poco spazio culturale per pensare a software libero, alternative aperte, autonomia tecnologica.


2.2. Il modello “chiuso” e il ritardo sulla cultura open-source

Per anni la strategia Microsoft è stata profondamente proprietaria: codice chiuso, licenze rigide, poca apertura verso il software libero. Solo più tardi, sotto la guida di altri CEO, Microsoft ha iniziato a investire seriamente sull’open-source.

Effetti sui giovani:

  • Meno accesso, negli anni formativi, al codice sorgente con cui “smanettare” e imparare in modo creativo.

  • Una cultura in cui il software è qualcosa che consumi, non qualcosa che puoi comprendere, modificare, condividere.


2.3. L’esplosione della vita digitale: produttività o dipendenza?

Ovviamente non è “colpa personale” di Gates se il mondo è diventato dipendente dallo schermo, ma il successo di Microsoft ha contribuito a:

  • Digitalizzare il lavoro (Office, Outlook, ecc.).

  • Portare il PC in casa come strumento di studio, gioco, socialità.

Oggi vediamo gli effetti di questa rivoluzione:

  • Sedentarietà e problemi fisici legati alle ore davanti allo schermo.

  • Sovraccarico informativo, FOMO, ansia da notifiche.

  • Difficoltà di concentrazione lunga e frammentazione dell’attenzione.

Paradossalmente, proprio Gates e altri “padri” della rivoluzione digitale hanno limitato molto l’uso di tecnologia ai propri figli, ritardando l’accesso agli smartphone e ponendo limiti severi allo screen-time, mentre miliardi di altri giovani nel mondo venivano immersi in un ecosistema digitale senza quasi regole. (World Economic Forum)

Questo crea una diseguaglianza educativa: chi progetta la tecnologia se ne protegge i figli, mentre i figli di tutti gli altri la subiscono.


3. Filantropia e potere: il ruolo della Gates Foundation

3.1. Una fondazione enorme, più grande di molti ministeri

La Bill & Melinda Gates Foundation è una delle più grandi fondazioni private del mondo e annuncia l’intenzione di distribuire quasi tutta la fortuna di Gates (oltre 200 miliardi) entro il 2045, soprattutto in salute globale. (PMC)

A questa scala, la filantropia diventa di fatto politica globale: influenza l’OMS, i governi, le priorità di ricerca e le agende sanitarie.

3.2. Critiche principali

Molti studiosi e attivisti non contestano “il fare del bene” in sé, ma come viene fatto e quali effetti collaterali genera: (umhs-sk.org)

  1. Concentrazione di potere privato

    • Una persona (o una piccola élite) decide, di fatto, su programmi sanitari e educativi in paesi interi.

    • Il rischio: democrazia indebolita, perché le decisioni vengono prese da entità private e non da processi pubblici e partecipativi.

  2. Agenda selettiva

    • Forte focus su progetti “tecnologici” (vaccini specifici, soluzioni high-tech) rispetto al rafforzamento strutturale dei sistemi sanitari di base (ospedali locali, medici, infrastrutture). (OECD)

    • Ciò può produrre miglioramenti mirati, ma lascia fragili le fondamenta.

  3. Possibili conflitti di interesse

    • Critiche per investimenti in aziende legate a combustibili fossili o a grandi corporation, mentre la Fondazione promuove obiettivi legati a salute e clima. (umhs-sk.org)

  4. Influenza sulle istituzioni internazionali

    • La Fondazione è tra i maggiori finanziatori dell’OMS e di altre agenzie; vari studi segnalano il rischio che questa influenza spinga le priorità dell’OMS verso interessi se non privati, quantomeno non discussi democraticamente. (gh.bmj.com)


4. Giovani, educazione e modello di sviluppo

4.1. Scuola e “soluzioni” big tech

Microsoft e la Gates Foundation sono molto attivi nell’educazione: software per scuole, piattaforme digitali, programmi di riforma didattica.

Le critiche principali:

  • Standardizzazione: spinta verso modelli educativi uniformi, valutazioni basate su test standardizzati, uso intensivo di piattaforme digitali.

  • Dipendenza da fornitori privati: scuole e sistemi educativi che costruiscono la propria didattica su software e servizi proprietari, difficili da abbandonare.

Questo può:

  • Ridurre lo spazio per pedagogie alternative, lente, esperienziali, corporee.

  • Trasformare gli studenti in utenti permanenti di servizi digitali, abituandoli sin da piccoli a un ambiente controllato da grandi aziende.


4.2. Messaggio culturale ai giovani: successo = tecnologia + ricchezza

La narrativa attorno a Gates (come a Jobs, Musk, ecc.) ha costruito il mito del genio miliardario salvamondo:

  • Se sei abbastanza intelligente e aggressivo negli affari, puoi diventare ricchissimo e poi “salvare il pianeta” con la filantropia.

  • La ricchezza estrema non è vista come un problema sistemico, ma come la condizione legittima per deciso il destino di tutti.

Per i giovani il messaggio implicito è:

  • Valgo se ho successo economico.

  • Il cambiamento del mondo non nasce dalla politica, dai movimenti, dalle comunità, ma da singoli “super-eroi” miliardari.

Questo può scoraggiare l’impegno collettivo e alimentare una cultura del salvatore privato, incompatibile con una democrazia matura.


5. Effetti psicologici e sociali sui giovani

Riassumendo alcune delle problematiche che toccano direttamente i giovani:

  1. Dipendenza digitale e attenzione frammentata

    • Un ecosistema di lavoro-studio-svago che passa quasi tutto attraverso schermi e software (in gran parte creati e resi dominanti da Microsoft e dalla cultura che ne è derivata).

  2. Percezione distorta del potere

    • L’idea che poche persone ricchissime possano “aggiustare il mondo” al posto delle istituzioni pubbliche.

  3. Rischio di passività

    • Ci si abitua a usare strumenti chiusi progettati altrove, invece di sviluppare strumenti propri, comunitari, aperti.

  4. Pressione a essere sempre “online” e produttivi

    • Il computer non è più solo un attrezzo, ma un obbligo: per fare compiti, restare in contatto, lavorare, trovare opportunità.


6. Oltre il mito: che cosa possiamo imparare da queste criticità

Non ha molto senso dire che Bill Gates “ha portato solo problemi al mondo”: ha contribuito a creare infrastrutture tecnologiche e sanitarie che hanno anche salvato e migliorato molte vite. Ma è altrettanto insensato raccontarlo solo come un benefattore neutrale.

Le lezioni più importanti, soprattutto per i giovani, potrebbero essere:

  1. Diffidare delle concentrazioni di potere
    Che siano stati, corporation o filantropi: quando troppo potere si accumula in poche mani, servono trasparenza, controlli e dibattito pubblico.

  2. Sviluppare autonomia digitale

    • Imparare software liberi e open-source.

    • Capire come funzionano gli strumenti, non solo usarli.

  3. Coltivare una cittadinanza attiva

    • Le decisioni su salute, scuola, ambiente non dovrebbero dipendere dalla volontà di un singolo miliardario, per quanto animato da buone intenzioni.

    • È necessario pretendere politiche pubbliche, processi democratici, partecipazione.

  4. Ripensare il rapporto con la tecnologia

    • Se persino i grandi pionieri del digitale hanno limitato l’uso di schermi ai figli, forse è il momento di farlo anche a livello sociale, riscoprendo il corpo, la natura, le relazioni reali.


7. Conclusione

Bill Gates incarna perfettamente le ambivalenze del nostro tempo:

  • Ha contribuito a connettere il mondo, ma anche a renderlo dipendente da pochi sistemi chiusi.

  • Usa la sua ricchezza per finanziare la salute globale, ma in questo modo concentra potere privato su scelte che riguardano l’intera umanità.

  • È presentato come modello per i giovani, ma lo stile di vita che ha contribuito a creare genera ansia, dipendenza digitale e senso di impotenza politica.

Il punto non è demonizzare la persona, ma mettere in discussione il modello che rappresenta: un capitalismo tecnologico e filantropico che promette salvezza, ma spesso sposta il potere sempre più lontano dalle mani delle persone comuni e dei giovani che dovranno vivere nel mondo che ne deriva.



Nessun commento:

Posta un commento

Mediaset non è stata solo televisione, ma una leva di potere capace di trasformare la visibilità in fiducia, le aziende in marchi e il lavoro invisibile dietro le quinte in un’influenza che ha segnato un’epoca.

  Mediaset: il grande potere televisivo che ha plasmato l’immaginario collettivo e il mercato Per decenni Mediaset non è stata soltanto una ...