mercoledì 16 luglio 2025

«Nel silenzio che nasce domandando “Chi sono?” e “Cos’è questo?”, scopro che ciò che rimane è lo spazio vivo in cui tutte le domande e le risposte si abbracciano.»

 

Le tre domande fondamentali che definiscono la nostra esistenza

Un viaggio interiore tra identità, realtà e silenzio.


1. «Chi sono?» — Il punto di partenza di ogni cammino

Finché non chiariamo chi abita davvero dietro i nostri occhi, ogni altra ricerca rimane in superficie.

  • Identità mutevole: non siamo una statua di marmo, ma un processo in continua trasformazione.

  • Storie che ci abitano: nome, ruoli sociali, successi e fallimenti sono solo capitoli, non il libro intero.

  • Radici e futuro: comprendere le origini (famiglia, cultura, valori) ci dà slancio per scegliere consapevolmente dove vogliamo andare.

Scoprire chi siamo non è aggiungere etichette, ma toglierne una dopo l’altra finché non resta ciò che non può essere detto.


2. «Che cos’è questo?» — L’enigma della realtà

Ogni istante ci confronta con un universo di fenomeni: suoni, colori, emozioni, pensieri. Chiedersi “che cos’è questo?” significa:

  1. Vedere senza filtro

    • Liberarsi — per quanto possibile — dai pregiudizi che trasformano la “cosa in sé” in “cosa per me”.

  2. Indagare gli strati

    • Biologia, fisica, psicologia, simboli culturali: la realtà è multilivello e nessun livello basta da solo.

  3. Accogliere il mistero

    • Ogni spiegazione svela e, al tempo stesso, apre nuove domande. La meraviglia non è un errore del sistema: è la sua firma.


3. «Cosa rimane quando tutte le domande si dissolvono?» — Il silenzio che contiene tutto

Quando la mente smette di cercare appigli, non resta un vuoto spaventoso, ma un spazio vivo, ricco di presenza:

  • Silenzio attivo: non l’assenza di suoni, bensì la sospensione del giudizio che permette di sentire davvero.

  • Unità: svanisce la linea rigida tra “io” e “mondo”, tra soggetto e oggetto.

  • Libertà creativa: dalla quiete nasce la possibilità di rispondere alla vita con spontaneità invece che con automatismi.

Quando le domande tacciono, la risposta non è una frase: è un’esperienza.


Intrecciare le tre domande

Domanda Orientamento Rischio Passaggio chiave
Chi sono? Identità Narcisismo o fuga Vedere l’Io come processo
Che cos’è questo? Conoscenza Sovra‑razionalizzare Integrare mente, corpo, emozione
Cosa rimane…? Trascendenza Nihilismo Abitare il silenzio senza scappare

Queste domande non sono tappe lineari ma spirali: l’una rilancia l’altra a un livello sempre più profondo. Approfondire chi vive l’esperienza chiarisce cosa viene vissuto, e il momento in cui tutto si acquieta rivela ancora nuove sfumature del soggetto che osserva.


Come portare queste domande nella vita quotidiana

  1. Ritaglia micro‑pause di auto‑osservazione

    • Cinque respiri consapevoli tra un’email e l’altra possono bastare a far emergere la domanda “Chi c’è qui adesso?”

  2. Pratica l’attenzione al dettaglio

    • Scegli un oggetto ordinario (una tazza, un semaforo, il volto di un passante) e chiediti semplicemente: “Che cos’è davvero questo?”

  3. Concediti spazi di silenzio reale

    • Una camminata senza musica, notifiche né obiettivi: lascia che le domande cadano da sole e osserva ciò che rimane.


Conclusione: domande che diventano portali

Le tre domande non esigono una risposta scolpita nella pietra. Sono portali: attraversandoli, scopriamo che la vita non è un quiz da risolvere, ma un’arte da vivere. E quando, per un istante, tutte le domande si dissolvono, ciò che rimane non è la fine del viaggio, bensì un invito a tornare nel mondo con occhi nuovi, cuore aperto e mente curiosa.



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