La mente e l’inganno del tempo: vivere la sola casa che abbiamo
Viviamo immersi in un flusso ininterrotto di pensieri. La mente si aggrappa al tempo come un naufrago a un pezzo di legno in mezzo all’oceano: il passato le dà un’identità, il futuro le fornisce desideri e paure. Ma cosa accade se guardiamo con sincerità ciò che rimane al di là di questi due orizzonti?
La risposta è destabilizzante: resta solo il presente.
Il passato: il museo dell’ego
Il passato non è altro che memoria. È un archivio di immagini, emozioni, storie che la mente rielabora di continuo. Non esiste più se non come racconto, come eco. Eppure è dal passato che traiamo gran parte della nostra identità: "chi sono io?" diventa una lista di ricordi, esperienze, ferite e conquiste.
Ma quell’identità è rigida e ingannevole. Non siamo la somma delle nostre storie: siamo molto di più.
Il futuro: il teatro delle illusioni
Il futuro, al contrario, è il terreno fertile del desiderio e della paura. Qui la mente costruisce castelli o scenari apocalittici, proiettando immagini di ciò che potrebbe accadere.
In questa continua anticipazione, la vita si consuma in un dialogo interiore che raramente si realizza come immaginato. Eppure l’ego si nutre proprio di questa instabilità: più ci preoccupiamo del domani, più il suo senso di esistenza si rafforza.
Il presente: l’innocenza perduta
E poi c’è l’Adesso. Troppo semplice per sembrare reale, troppo silenzioso per soddisfare una mente affamata di complessità. Il presente non concede appigli, non racconta storie: è pura esperienza.
Non è un concetto, non è un’idea. È l’aria che entra nei polmoni, la luce che si posa su un oggetto, il battito che scandisce il tempo del corpo. Tutto accade qui.
L’ego non sopravvive all’Adesso
L’ego ha bisogno di continuità temporale per sentirsi vivo. Senza “io ero” e senza “io sarò”, resta soltanto “io sono”. Ma in quell’“io sono” non c’è più la narrazione, c’è solo la presenza.
Ed è qui che nasce la paura più grande della mente: il silenzio. Il pensiero teme di dissolversi quando incontra l’essere, perché la presenza non lascia spazio alle sue maschere.
Tornare a casa
Il presente non è una tecnica, né una conquista. Non è un risultato da raggiungere, ma una realtà da riconoscere. È la nostra unica vera casa, l’unico luogo che non possiamo abbandonare.
Quando smettiamo di aggrapparci al passato e di rincorrere il futuro, scopriamo che non ci manca nulla. Non serve altro che essere, qui e ora.
👉 Spunto pratico per chi legge: la prossima volta che la mente ti trascina in pensieri di ciò che è stato o di ciò che sarà, fermati un istante. Ascolta il respiro, osserva un dettaglio intorno a te, percepisci il corpo dall’interno. È così che inizi a ritrovare la strada di casa.
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