venerdì 21 novembre 2025

1. **“Se il crimine diventa autonomo e muto, non spariscono i colpevoli: si addormenta la società.”** 2. **“Quando le macchine del crimine agiscono da sole, il vero bersaglio siamo noi che facciamo finta di niente.”** 3. **“Se il mezzo è autonomo e nessuno è da arrestare, allora è la nostra coscienza che è sotto processo.”**

 Il crimine sta usando l’intelligenza artificiale in un modo incredibile.

E purtroppo… molto concreto.

Non è solo questione di testi scritti da ChatGPT o di immagini generate. Il salto vero è che l’IA è uscita dallo schermo: comanda droni, sommergibili, infrastrutture digitali, botnet che si muovono e agiscono da sole.

Ed è qui il punto che nessuno sta spiegando davvero:

se il mezzo è autonomo, non c’è nessuno da arrestare, nessuno da interrogare, nessuno che tradisce.
È un vettore muto.

Questo cambia tutto: investigazioni, responsabilità penale, persino il concetto stesso di “criminale”.

In questo articolo vediamo come ci siamo arrivati, cosa sta già succedendo nel mondo fisico e digitale e perché la nostra idea di sicurezza è rimasta ferma a un mondo che non esiste più.


Dal digitale al fisico: l’IA esce di casa

Per anni abbiamo pensato all’IA come a qualcosa di astratto: algoritmi che classificano immagini, chatbot che rispondono, sistemi che suggeriscono video.

Nel frattempo, fuori dai riflettori:

  • i cartelli della droga hanno iniziato a usare droni per trasportare carichi oltre i confini, in voli notturni a bassa quota difficili da individuare.(ResearchGate)

  • in vari Paesi, droni telecomandati consegnano droga e oggetti di contrabbando direttamente dentro le carceri, sfruttando coordinate GPS e app di geolocalizzazione.(The Times)

  • al largo della Colombia è stato intercettato un narco-sommergibile semisommergibile autonomo, senza equipaggio, dotato di antenne, modem satellitare e telecamere, probabilmente in fase di test per trasportare fino a una tonnellata e mezza di cocaina in modo completamente uncrewed.(The Guardian)

Questo è già il presente. Ma è solo il livello “beta”.

Organizzazioni internazionali e centri di ricerca stanno documentando come i gruppi criminali stiano integrando l’IA per automatizzare intere fasi delle loro operazioni: logistica, riciclaggio, comunicazioni, persino la scelta dei bersagli.(Reuters)

Il risultato è un ecosistema in cui il “lavoro sporco” viene spostato su mezzi autonomi, mentre gli esseri umani si nascondono sempre più lontano.


Il concetto chiave: il “vettore muto”

Chi fa investigazione è abituato a partire dal vettore:
la macchina, il telefono, il furgone, il corriere, il bonifico.

Dietro un mezzo c’è sempre un autore: un autista, un intestatario, un proprietario, un contatto. Qualcuno da fermare e interrogare.

Con l’IA e l’automazione spinta, il vettore può diventare muto:

  • un drone programmato per decollare, sganciare un pacco e rientrare;

  • un sommergibile autonomo che segue una rotta predefinita, controllato da remoto via satellite;

  • un software che muove denaro in modo frammentato, passando da wallet a wallet, scegliendo automaticamente i percorsi meno tracciabili;

  • una botnet che scansiona vulnerabilità, sceglie gli obiettivi e lancia attacchi senza nessun “hacker” collegato in tempo reale.(UNODC)

Se intercetti il mezzo, intercetti solo il mezzo.
Nessun guidatore, nessun passeggero, nessuno “sotto pressione” che in interrogatorio inizi a parlare.

È questo il cuore del problema: l’IA non è solo uno strumento “più potente”, è un cuscinetto di distanza tra il crimine e chi lo compie.


Tre tipi di mezzi autonomi che il crimine sta già usando (o testando)

1. Veicoli e droni nel mondo reale

Qui parliamo di hardware: qualcosa che occupa spazio, vola, naviga o si muove su ruote.

Esempi concreti:

  • Droni da contrabbando
    Usati per trasportare droga e merci illegali sopra confini terrestri o barriere fisiche. Volano di notte, a bassa quota, sganciano il carico e tornano indietro.(ResearchGate)

  • Droni nelle carceri
    In Regno Unito sono stati segnalati droni che consegnano cannabis, cocaina, ketamina, ma anche farmaci, steroidi e altri prodotti direttamente dietro le mura dei penitenziari, con un livello di organizzazione degno di una logistica e-commerce.(The Times)

  • Sommergibili autonomi (narco-sub)
    La Marina colombiana ha intercettato un semisommergibile senza equipaggio, probabilmente progettato per viaggiare in modo autonomo con carichi enormi di droga. Antenne, modem satellitare, telecamere: un laboratorio galleggiante di autonomia criminale.(The Guardian)

  • Self-driving car come “muli” della droga (scenario realistico)
    Analisti e studiosi hanno già descritto il rischio che i futuri veicoli autonomi diventino “narco car” prive di guidatore: l’auto parte, consegna, torna, e se viene beccata… dentro non c’è nessuno.(Forbes)

In tutti questi casi, il vettore trasporta rischio e valore, ma non trasporta persone.


2. Botnet e agenti software autonomi

Nel mondo digitale, il concetto di mezzo autonomo è ancora più radicale.

I nuovi botnet abilitati dall’IA sono in grado di:

  • trovare da soli le vulnerabilità più profittevoli;

  • scegliere il tipo di attacco (ransomware, phishing mirato, furto di dati);

  • adattarsi alle difese in tempo reale, senza intervento umano costante.(UNODC)

Nel frattempo, l’IA viene usata per:

  • generare malware sempre più sofisticato;

  • creare deepfake vocali e video credibili per truffe, estorsioni e manipolazioni politiche;(Europol)

  • orchestrare campagne di disinformazione e attacchi informatici in collaborazione con attori statali ostili.(Financial Times)

Qui il “vettore muto” è un agente software: instabile, replicabile, diffuso ovunque. Se lo spegni in un server, può riapparire altrove.


3. L’impresa criminale-as-a-service

Un’altra trasformazione, meno visibile ma devastante, è la nascita del crime-as-a-service potenziato dall’IA:

  • generatori di phishing in qualunque lingua, ottimizzati per il tasso di risposta;(Europol)

  • strumenti automatizzati per la creazione di deepfake, usati per frodi finanziarie, ricatti, campagne di odio;(Europol)

  • servizi che vendono modelli e tool pre-allenati per attacchi informatici o campagne di truffa mirata.(trmlabs.com)

In pratica, una parte del crimine organizzato sta diventando una piattaforma tecnologica: non serve più essere hacker o trafficante esperto, basta pagare per usare strumenti automatizzati.


La legge rincorre: responsabilità senza corpo

Qui arriviamo allo scontro frontale tra diritto penale analogico e crimine autonomo digitale/fisico.

I problemi principali:

  1. Chi è penalmente responsabile del vettore muto?

    • Chi progetta l’algoritmo?

    • Chi lo addestra?

    • Chi lo lancia?

    • Chi ne trae profitto?

    Studi recenti sottolineano come l’IA permetta a reti criminali di operare “faceless, bodiless”, senza gerarchie visibili e con autori difficilmente individuabili.(capacity4dev.europa.eu)

  2. Distanza geografica e giurisdizione
    Un cartello in un Paese può:

    • far partire un drone da un secondo Stato,

    • farlo volare sopra un terzo,

    • consegnare droga in un quarto.

    A chi compete? Dove si configura il reato principale?

  3. Prova e attribuzione
    Anche quando intercetti il sommergibile o il drone:

    • la catena di controllo può passare da VPN, server compromessi, botnet;

    • i log possono essere manipolati o cifrati;

    • l’IA può aver preso decisioni “intermedie” non direttamente riconducibili a singole persone.

  4. Norme pensate per chi impugna un’arma, non per chi la automatizza
    Molte norme penali si basano sull’idea di un soggetto che “porta”, “conduce”, “impugna” o “aziona” un mezzo.
    Ma se il mezzo:

    • è stato programmato mesi prima,

    • non richiede più controllo umano,

    • agisce in modo adattivo…

    allora su quale azione concreta si costruisce il reato?


Scenari che potrebbero arrivare prima di quanto pensiamo

Guardando i trend attuali, organizzazioni come Europol e think tank internazionali ipotizzano scenari di reti criminali quasi interamente automatizzate, dove l’IA pianifica e coordina attività con intervento umano minimo.(Reuters)

Alcuni esempi realistici:

  1. Filiera logistica del narcotraffico quasi autonoma

    • modelli predittivi che individuano le rotte meno rischiose via mare, aria e terra;

    • droni, sommergibili e mezzi autonomi che eseguono il trasporto;

    • algoritmi che riprogettano in tempo reale la rotta in base alle intercettazioni e ai controlli.

  2. Attacchi coordinati a infrastrutture critiche

    • agenti software che attaccano reti elettriche, ospedali, porti;

    • campagne di disinformazione e panico coordinate da bot;

    • richiesta di riscatti in criptovalute, con riciclaggio automatizzato.(AP News)

  3. Mercati neri “self-running”

    • piattaforme nel dark web gestite da agenti IA che verificano identità, calcolano reputazione, gestiscono escrow, tracciano consegne, tutto senza uno staff umano evidente.

In tutti questi scenari, torniamo al punto iniziale: si colpisce il vettore, non il soggetto. E il vettore è muto.


Possibili contromisure: cosa può fare la società (non solo la polizia)

Non siamo condannati a subire passivamente. Ma le risposte devono essere sistemiche, non cosmetiche.

1. Usare l’IA contro l’IA

Le stesse tecniche che potenziano il crimine possono:

  • aiutare a rilevare schemi di riciclaggio e frodi in tempo reale;(Arva)

  • identificare comportamenti anomali di droni e mezzi autonomi in certe aree;

  • analizzare enormi quantità di dati (finanziari, logistici, comunicativi) per scovare reti nascoste.(Europol)

Qui la vera sfida è di governance: chi accede ai dati, con quali limiti, quali garanzie di diritti fondamentali?


2. Ripensare la responsabilità legale

Il diritto dovrà fare un salto concettuale:

  • introdurre forme di responsabilità estesa per chi progetta, distribuisce e utilizza sistemi autonomi a rischio elevato, soprattutto nel contesto dell’AI Act europeo;(Europol)

  • prevedere reati specifici legati all’uso criminale di sistemi autonomi (non solo “uso di arma” o “traffico di droga”, ma anche “impiego di mezzo autonomo per attività illecita”);

  • armonizzare norme tra Stati, perché questi vettori sono, per definizione, transnazionali.


3. Regolare infrastrutture e hardware

  • droni con identità digitale obbligatoria oltre determinate dimensioni/pesi;

  • geofencing in aree sensibili (porti, carceri, centrali, confini);

  • obblighi di log non manipolabili per certi tipi di mezzi autonomi (come le “scatole nere” sugli aerei).

Queste misure non bloccano il crimine (chi vuole violare la legge lo farà comunque), ma alzano il costo dell’anonimato.


4. Cultura digitale per chiunque

La parte più sottovalutata è la società civile:

  • capire che una voce al telefono può essere clonata;

  • sapere che un video può essere deepfake;

  • riconoscere segnali tipici di truffe “assistite dall’IA” (urgenza emotiva, richieste di pagamenti non tracciabili, incoerenze nei dettagli).(AP News)

Educazione digitale non è più un “optional tecnico”, ma una forma di igiene sociale.


Conclusione: quando non c’è più nessuno al volante

La vera frattura non è tra “IA buona” e “IA cattiva”, ma tra sistemi con un umano al centro e sistemi in cui l’umano scompare dietro strati di automazione.

Nel momento in cui il mezzo diventa autonomo:

  • la polizia trova mezzi, non persone;

  • i giudici devono decidere responsabilità in assenza di “mani sporche” dirette;

  • i cittadini si confrontano con fenomeni difficili persino da immaginare, figuriamoci da riconoscere e denunciare.

Il crimine l’ha capito in fretta:
più il vettore è muto, più la filiera criminale resta intoccabile.

La domanda, ora, è se Stati, istituzioni e società civile riusciranno a muoversi con la stessa velocità. Non per fermare la tecnologia – impossibile – ma per evitare che l’autonomia diventi il nuovo rifugio sicuro dell’illegalità.



Nessun commento:

Posta un commento

Mediaset non è stata solo televisione, ma una leva di potere capace di trasformare la visibilità in fiducia, le aziende in marchi e il lavoro invisibile dietro le quinte in un’influenza che ha segnato un’epoca.

  Mediaset: il grande potere televisivo che ha plasmato l’immaginario collettivo e il mercato Per decenni Mediaset non è stata soltanto una ...