Piano di emergenza in Campania: ambizioso sulla carta, fragile sul campo
TL;DR
Sui rischi maggiori (Campi Flegrei e Vesuvio) la Campania ha piani formalmente aggiornati e ha fatto anche esercitazioni. Ma l’evacuazione prevista (centinaia di migliaia di persone, in 72 ore, solo su gomma) è al limite della fattibilità con l’attuale rete viaria. Ci sono progressi (piani comunali, protocolli per nuove vie di fuga) ma anche nodi irrisolti: infrastrutture insufficienti, partecipazione dei cittadini troppo bassa, e test sul campo poco convincenti. Sull’idea che il piano sia “corrotto”: non emergono prove pubbliche dirette che colleghino indagini di corruzione alla pianificazione di Protezione Civile; esistono però criticità di governance e appalti che impongono vigilanza. (Regione Campania, Protezione Civile, Ministero dell'Interno, www.comune.napoli.it)
I fatti (verificati)
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Campi Flegrei. Zona rossa e gialla definite a livello nazionale; piano di allontanamento: ~485.000 residenti da evacuare in 72 ore, unica modalità: stradale. Partenza contemporanea dei Comuni. È una delle più grandi operazioni mai pianificate in Europa. (Mappe Protezione Civile, Regione Campania)
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Vesuvio. Pianificazione nazionale aggiornata e piani comunali (es. Napoli ha approvato nel 2025 il proprio piano di allontanamento). Nell’area vesuviana gli esposti sono ~672.000 residenti. (Protezione Civile, Regione Campania, www.comune.napoli.it)
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Esercitazioni. Nel 2024 si è svolta l’Exe Flegrei 2024, con test di allontanamento; a Napoli hanno preso parte 301 cittadini (un numero simbolico rispetto alla scala reale dell’esodo). (Protezione Civile, www.comune.napoli.it)
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Cornice normativa e fondi. Nel 2024 il Governo ha varato misure urgenti per l’area flegrea (bradisismo), inclusi interventi di prevenzione e protezione civile. (Protezione Civile)
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Vie di fuga e mobilità. Nel 2025 MIT, enti locali e concessionari hanno firmato protocolli per nuove infrastrutture e accessi nell’area di Pozzuoli per migliorare le vie di fuga. (Ministero dell'Interno, Finanza Repubblica)
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Pianificazione comunale. La Regione riporta che ~93% dei Comuni campani ha un piano di protezione civile (dato in crescita, ma non totale). (Lavori Pubblici Campania)
Dove scricchiola davvero
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Evacuare mezzo milione di persone in 72 ore… su strada. È un obiettivo estremamente tirato: qualsiasi criticità (colli di bottiglia, incidenti, aree di attesa non operative) può far saltare i tempi. Test e analisi giornalistiche hanno evidenziato vie di fuga non pienamente agibili e l’insufficienza delle esercitazioni rispetto alla scala reale. (Corriere Napoli)
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Infrastrutture e manutenzioni. Si sta intervenendo (ispezioni ANAS, protocolli MIT), ma la rete viaria nell’area flegrea/vesuviana ha ancora nodi storici. Finché i nuovi accessi e gli adeguamenti non sono realizzati e collaudati, il rischio di congestione resta alto. (Anas S.p.A., Ministero dell'Interno)
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Partecipazione e cultura del rischio. 301 persone a un’esercitazione cittadina sono poche. Senza coinvolgimento massivo (scuole, condomìni, aziende, persone fragili), il giorno X prevalgono panico e improvvisazione. (www.comune.napoli.it)
“Corrotto”? Cosa c’è e cosa no
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Cosa c’è. In Campania non mancano indagini per corruzione nella PA e negli appalti (settori vari). Per la materia appalti, ANAC ha attivato strumenti di vigilanza e protocolli per rafforzare la trasparenza. Questo contesto alimenta sfiducia. (ANAC)
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Cosa NON abbiamo trovato. Nessuna prova pubblica che il piano di emergenza in sé (Campi Flegrei/Vesuvio) sia “corrotto” o manipolato a fini illeciti. Le criticità principali sono tecniche, logistiche e organizzative (non penali), e riguardano la fattibilità operativa dell’esodo e l’adeguatezza delle infrastrutture. (Se vuoi, posso mappare eventuali procedimenti specifici che tocchino direttamente Protezione Civile e piani d’esodo, ma al momento non emergono elementi solidi.) (Regione Campania, Protezione Civile, Ministero dell'Interno)
Cosa servirebbe “ieri”
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Esercitazioni a scala reale di quartiere/città (con migliaia di persone, orari scaglionati, simulazione traffico) e report pubblici con indicatori (tempi di esodo, criticità, correzioni). (Protezione Civile)
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Cantierare le vie di fuga prioritarie con cronoprogrammi verificabili (MIT/ANAS/Regione) e aggiornare il piano man mano che le opere entrano in esercizio. (Ministero dell'Interno, Finanza Repubblica)
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Piani per i fragili (anziani, disabili, ospedali, scuole) con elenchi nominativi, trasporti dedicati e drill periodici; gemellaggi interregionali effettivi (punti di accoglienza, capacità letti). (Regione Campania)
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Trasparenza sugli appalti: pubblicare dashboard di monitoraggio lavori e costi; rafforzare la vigilanza ANAC su opere e forniture critiche. (ANAC)
Conclusione (senza giri di parole)
Il sistema non è “zero”, ma oggi non reggerebbe un’esodo perfetto in 72 ore se l’evento serio arrivasse domani. Il problema non è tanto “la carta” (che c’è), quanto la distanza tra piano e realtà: strade, tempi, persone, prove. La parola “corruzione” è comprensibile come frustrazione verso ritardi e opacità, però va usata quando sostenuta da fatti: al momento i punti deboli sono soprattutto operativi. Correggerli richiede opere rapide, esercitazioni vere e trasparenza radicale—subito. (Regione Campania, Corriere Napoli, Ministero dell'Interno)
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